La seconda stagione di Hercai si conclude con un vortice di emozioni contrastanti, dove il destino intreccia indissolubilmente amore, verità e vendetta, culminando in una tragica morte che sconvolge tutti gli equilibri.
Dopo la notte di angosciosa ricerca, Azar e Miran raggiungono Sucran con la speranza di un confronto pacificatore con Reyan. Quest’ultima, però, provata e ferita dalle continue rivelazioni e manipolazioni, desidera ardentemente la solitudine. Nonostante i ripetuti tentativi dei due uomini, Reyan ribadisce con fermezza la sua volontà di non volerli vedere, chiudendo loro la porta in faccia.
Azar, disperato, la implora attraverso la porta, cercando di giustificare il suo silenzio e dichiarandole il suo amore incondizionato, ricordandole la promessa fatta alla sua nascita di prendersi cura di lei per sempre. Le parole di Azar, intrise di un affetto paterno profondo, scuotono sia Reyan che Miran, riaprendo ferite ancora sanguinanti. Azar rivive il ricordo della nascita di Reyan e del solenne giuramento fatto di non abbandonarla mai. Reyan, combattuta, è sul punto di aprire la porta, ma un ripensamento la blocca. Azar, con un amaro senso di sconfitta, comprende che è giunto il momento di rispettare il suo desiderio di solitudine e si allontana.
Nel frattempo, Gonul, preoccupata per Firat, lo incontra per capire cosa sia successo il giorno precedente. Firat le rivela le sconcertanti novità riguardanti Reyan. Proprio in quel momento, Sultan passa vicino a loro e, sconvolta dalla notizia, lascia cadere la tazza che stringe tra le mani. Incalza Firat per sapere chi sia il vero padre di Reyan, ma l’uomo non ha ulteriori informazioni. Sultan, turbata, riflette ad alta voce sulle possibili conseguenze di questa rivelazione, venendo inavvertitamente ascoltata da Asille.
A casa della nonna, Reyan nota l’insistente presenza del padre e di Miran all’esterno. Il suono del telefono la spinge ad uscire. Affronta entrambi con risentimento, esprimendo il suo desiderio di non dover più vedere i loro volti ogni volta che si affaccia alla finestra. Azar, con il cuore spezzato, acconsente, promettendo di non disturbarla più e di attendere il momento in cui lei si sentirà pronta a parlargli. Dopo che Azar sale in auto, Reyan si rivolge a Miran, chiedendogli di fare lo stesso. Ma Miran, con un amore incrollabile, risponde che il suo posto è accanto a lei, desideroso di consolarla e sostenerla in questo momento di dolore. La avvicina e la stringe tra le braccia, un gesto che Reyan accoglie con gli occhi chiusi, abbandonandosi per un istante a quel conforto. Miran le sussurra all’orecchio di non volere che siano distanti, ma Reyan, con lucidità, gli ricorda che è stato proprio lui il primo ad allontanarla. Ora è lei a sentire il bisogno di solitudine e lo respinge definitivamente. Miran, con il cuore in frantumi e le lacrime agli occhi, le bacia la fronte e si allontana con l’auto. I loro sguardi si incrociano in un muto addio, ma improvvisamente, nella mente di Miran, si materializza una visione: Reyan corre verso la sua auto, dichiarando di non poter vivere senza di lui e di non essere felice. Questa struggente proiezione della sua mente si infrange sulla realtà: Reyan rimane immobile, irremovibile nella sua decisione.
Dopo la partenza di Miran, Reyan rientra in casa, prendendo la borsa con l’intenzione di allontanarsi dagli Aslanbey. Asille informa Sultan che la cena è pronta, e Sultan si complimenta con lei per la sua efficienza nella villa, chiedendole se conosca un autista affidabile, poiché non si fida più di nessuno. Asille, astutamente, si offre di accompagnare personalmente Sultan ovunque desideri. La nuova signora degli Aslanbey intende recarsi dai Sadoglu per monitorare la situazione dopo gli ultimi sconvolgenti eventi.
A casa Sadoglu, anche Azat si sveglia. Elif lo raggiunge, fingendo preoccupazione per il suo stato di salute. Elif si rende conto che il marito non ricorda nulla della sera precedente e, furtivamente, si rimette la fede al dito. Nel frattempo, Yaren, nella cucina di casa Sadoglu, continua a tormentare le domestiche con le sue pretese. Arriva anche Harun, che ostenta un comportamento affettuoso nei confronti della sua nuova moglie, orchestrando una situazione per costringerla a preparargli la cena. Andan insiste affinché Yaren si comporti in modo appropriato dopo la sceneggiata messa in atto per riaverla nella villa, arrivando persino a chiedere a Canife di insegnare a cucinare alla figlia. Canife inizia immediatamente a impartirle ordini, porgendole uno straccio che Yaren scaraventa a terra, abbandonando furiosamente la cucina.
In quel momento, Sultan fa il suo ingresso a casa Sadoglu, dichiarando ad Andan di essere lì per sincerarsi delle loro condizioni dopo lo scandalo, sottolineando la loro nuova “grande e unica famiglia”. Andan, visibilmente contrariata, le fa capire di non essere dell’umore giusto per ricevere visite. Intanto, in cucina, Yaren sta malvolentieri lavorando con il mattarello, ma perde rapidamente la pazienza, tentando di andarsene. Lo sguardo severo di Andan la blocca. Sultan continua con i suoi commenti sarcastici su Harun e Yaren, ma Andan la interrompe bruscamente, ricordandole che i due sono sposati. Sultan finge sorpresa, incredula che non abbiano celebrato un matrimonio. Harun, sulla terrazza dell’hotel, parla al telefono della “cerimonia nuziale” avvenuta nella stalla, ridendo con il suo alleato.
Nel frattempo, Reyan è uscita di casa per recarsi nuovamente da Zizze, che le dice di avere qualcosa di importante da darle: un biglietto contenente informazioni sul suo padre biologico. Reyan afferra la busta e la strappa con rabbia. Per lei, esiste un solo padre: Azar Sadoglu. Non permetterà ad Azize di distruggere ciò che per lei è sacro: la sua famiglia e il marito che ama. Azize, di fronte a questa reazione, è più determinata che mai a proseguire con la sua vendetta.
Gonul ha un incontro d’affari durante il quale due membri dell’azienda le comunicano una decisione irrevocabile: non può ricoprire contemporaneamente un ruolo operativo e un posto nel consiglio di amministrazione. Gonul fa recapitare un messaggio ad Azize tramite i suoi uomini: lascerà il lavoro, ma rimarrà nel consiglio.
Sucran attende con crescente preoccupazione il ritorno di Reyan a casa, ignara di dove si trovi. Mentre le due donne parlano, si odono le disperate urla di Miran che chiama Reyan dall’esterno. Reyan trova Miran fuori dalla loro abitazione con i loro due cavalli. La sorpresa commuove profondamente la ragazza, che si avvicina per salutare Mavi, il cavallo nero. Guarda negli occhi Miran e gli esprime la sua gratitudine per questo gesto inaspettato. I due cavalcano insieme, come ai vecchi tempi, mentre Reyan riflette sul fatto che il passato, per quanto doloroso, è ormai parte integrante di lei. Si fermano e Miran ribadisce il suo desiderio di starle vicino e aiutarla a superare questo difficile momento. Reyan scende da cavallo e, con un impeto di rabbia e frustrazione, urla contro Miran. Gli dice che non capisce il suo dolore, che non ha idea di come si senta e che non può aiutarla. Lei ha bisogno di conoscere la verità che si cela dietro le innumerevoli bugie di cui è stata vittima fin dalla nascita. Miran riconosce il suo diritto di sapere la verità, ma le assicura che può cercarla anche rimanendo accanto a lui e a suo padre in questo momento delicato.
All’improvviso, Reyan si ricorda della lettera che aveva scritto alla madre in un momento di profonda disperazione, una lettera che ora Miran ha tra le mani. Reyan è confusa: come ha fatto ad averla? La risposta è semplice: l’ha seguita e ha prelevato la lettera dalla cassetta postale per proteggerla da se stessa, esattamente come lei ha fatto negli ultimi anni con lui. Miran si domanda se Reyan stia in realtà scappando da lui e se la sua vita non fosse più semplice prima di incontrarlo. Reyan ammette che prima si sentiva soffocare, ma almeno poteva conviverci. Ora, invece, si sente annegare costantemente. Tutto ciò che desidera è poter correre libera nel vento, senza che nessuno le parli per un po’. Riprende a cavalcare da sola, e Miran le promette di aspettarla.
Miran torna a casa da solo. Sucran non è sorpresa di vederlo senza Reyan, riconoscendo il diritto della nipote di avere un po’ di tempo per sé dopo tutto quello che è successo. Ammette che, se Miran non avesse commesso gli errori del passato, il dolore di Reyan sarebbe minore e quindi più sopportabile. Sucran lo congeda, ma Miran la implora di non voltargli le spalle come hanno fatto tutti gli altri. Ha bisogno del suo perdono e del suo conforto, perché si sente devastato da tutto ciò che è accaduto. Confessa che morirebbe per Reyan e supplica la nonna di dirgli cosa può fare per rimediare.
Nel frattempo, Azar torna a casa distrutto e confida a Jan che Reyan ha deciso di non perdonarlo. Jan cerca di confortarlo, ricordandogli quanto Reyan lo ami e assicurandogli che le cose si sistemeranno. Mentre parlano, Yaren fa la sua comparsa. Azar la guarda con profondo rancore. Jan si scusa per non averlo avvisato del ritorno di Yaren, avvenuto in fretta. Azar dichiara che, se Yaren, la persona che ha distrutto la sua famiglia, rimarrà a casa Sadoglu, lui troverà un altro posto dove stare. Andan interviene, proclamando l’innocenza della figlia, ma Azar la considera crudele al pari di Azize. Gul assiste al loro litigio dalla porta quando, all’improvviso, nota il cavallo di Reyan vicino a casa loro e capisce che è successo qualcosa di terribile alla figlia. Accusa un malore e tenta di chiamare la polizia, iniziando disperatamente a cercare Reyan. Suan fa pace con il nipote, consigliandogli di rimanere in silenzio quando Reyan farà ritorno. La loro conversazione viene interrotta da una telefonata: Azar avvisa Miran che potrebbe essere successo qualcosa di grave a Reyan.
La ragazza giace priva di sensi lungo un corso d’acqua. Qualcuno con guanti neri si avvicina minaccioso, la prende in braccio e la porta via. Reyan riprende lentamente i sensi mentre Miran la cerca disperatamente a cavallo. Reyan viene caricata sul sedile posteriore dell’auto del suo rapitore, che la conduce nel suo rifugio e la depone su una terrazza. Dopo aver avvertito Miran dal cellulare della donna, Azar è sconvolto mentre guida, ricevendo poco dopo la notizia del ritrovamento di Reyan.
Nel frattempo, Azize torna a casa con Esma, ma ad attenderla c’è Jan, armato di pistola, che le chiede dove sia Reyan. In quel momento, viene informato da Zar del ritrovamento della ragazza. Jan incalza Azize, chiedendole perché, pur sapendo dell’adozione, si sia vendicata su Reyan, consapevole che non avesse lo stesso sangue dei Sadoglu. Azize voleva colpire a morte Azar, sapendo quanto amasse Reyan. Prima di congedarsi, Jan la minaccia: anche lui è capace di colpire, e quando succederà, lei marcirà all’inferno se questa vendetta si rivelerà un piano ancora più grande di quello che vuole far credere, e lui scoprirà la verità.
Miran arriva al rifugio a cavallo e tenta di svegliare Reyan, portandola poi all’interno. Reyan riprende i sensi e gli chiede come sia arrivata lì. Miran le racconta del messaggio ricevuto sul suo telefono. Secondo lui, dovrebbero andare in ospedale, ma lei rifiuta, minimizzando il suo infortunio al polso. Ricorda di aver perso il controllo di Mavi durante la cavalcata, ma non riesce a ricordare altro dell’incidente. Tuttavia, trova un biglietto nella tasca del suo maglione con una scritta inquietante: “Azize Aslanbey è una bugiarda. Più ti allontanerai da lei, più ti avvicinerai alla verità”. L’uomo che ha salvato Reyan è ancora fuori dal rifugio, e riparte solo dopo l’arrivo di Miran. Miran è sconvolto dal biglietto, realizzando che qualcun altro sta agendo nell’ombra. L’importante, però, è che Reyan stia bene e che nessuno le abbia fatto del male. Reyan non ricorda nulla di quanto accaduto nella valle, ma entrambi concordano sul fatto che chi l’ha salvata sta cercando di aiutarli. Miran, tuttavia, appare molto turbato, consapevole che un altro giocatore si è aggiunto a questo pericoloso gioco.
Sultan si sta esercitando con la pistola in compagnia di Asille, che la aiuta a prendere la mira. È preoccupata per la salute della figlia dopo l’incidente, ma per Reyan il dolore più grande non è fisico. Il padre sa di averle spezzato il cuore e di averla delusa più di chiunque altro. Vorrebbe raccontarle la verità per alleviare la sua sofferenza. Rivela ad Asille che, quando ha incontrato Zera, lei era già incinta di Reyan, disperata. Lui, ancora tormentato dalla morte di Dilsa, aveva visto in Zera un’anima affine e aveva deciso di aiutarla, sposandola per placare la sua coscienza. Sua moglie lo aveva aiutato a superare la perdita di Dilsa, dandogli un nuovo motivo per vivere con la nascita di Reyan. Aveva giurato di proteggerla da tutto, ma non è riuscito a proteggerla dalla sua più grande paura: perderla se avesse scoperto la verità. Per lui, Reyan è sua figlia a tutti gli effetti.
Reyan ascolta commossa le parole del padre. Azar le confida che, se desidera incontrare il suo padre biologico, lui stesso la aiuterà a trovarlo. Reyan, sopraffatta dalle emozioni, chiede ad Azar di andarsene e di non farsi più rivedere finché non avrà parlato con Zera. Azar le ricorda, però, che anche se non ha alcun obbligo nei suoi confronti, sicuramente ne ha con sua sorella Gul, a cui Reyan manca moltissimo. Uscito dal rifugio, Azar è devastato dal confronto con la figlia, e Miran lo guarda con un’espressione interrogativa. Azar affida Reyan prima a Dio e poi a Miran. Non sa se potrà mai perdonarlo, ma Miran dovrà vegliare su di lei e proteggerla da ora in avanti. Miran è molto preoccupato per la sua sposa, ancora scossa dopo aver parlato con il padre, e la rassicura, promettendole che anche questo dolore passerà. Ma Reyan si dice stanca, perché ultimamente ogni volta che chiudono un doloroso capitolo della loro vita, se ne apre un altro. Miran le suggerisce di sfogarsi con lui, riconoscendo di essere stato il primo a ferirla e di meritare il suo odio. Ma per Reyan questo non è possibile, perché il dolore non svanirà certamente facendo soffrire gli altri.
Miran le racconta alcuni suoi ricordi del padre, un uomo spesso assente a causa del lavoro. Un giorno, Miran lo aveva aspettato sveglio, uscendo di soppiatto dalla porta mentre gli altri dormivano. Alla fine, si era addormentato e si era svegliato solo quando il padre lo aveva preso per portarlo a letto. Per Miran, questo è il ricordo più bello che ha di lui. Si pente di aver finto di dormire in quell’occasione, anziché abbracciarlo e dirgli quanto gli volesse bene, perché poche ore dopo il padre sarebbe morto. Secondo Miran, il rimpianto è peggiore del dolore. Per questo, Reyan dovrebbe perdonare Azar e non sprecare il tempo che gli rimane con lui. Reyan sembra molto colpita dalle parole del marito e confessa che stare lontano dal padre la addolora. Sa che Azar ha fatto di tutto per lei e non vuole punirlo, ma il suo dolore è ancora troppo forte.
Al campo di addestramento, Sultan e Asille stanno sparando alle bottiglie. Sultan chiarisce di non apprezzare le armi come soluzione ai problemi: “Le armi non sono una soluzione, bisogna invece usare l’astuzia”. Le due donne vengono interrotte da Cihan, che intende chiedere aiuto alla famiglia Aslanbey per smascherare finalmente Azize. Cihan rivela di aver condotto ricerche approfondite sul passato della signora, senza trovare alcuna prova della sua esistenza, come un certificato di nascita o un vecchio amico. Secondo lui, Azize sta nascondendo qualcosa di ancora più importante. Sultan inizialmente si mostra reticente, deludendo Cihan, che pensava di aver trovato un alleato in lei. Tuttavia, la signora ci ripensa e decide di condividere un segreto con lui, a condizione che l’uomo le riveli tutto ciò che scoprirà su Azize da quel momento in poi. Sultan fa il nome di una zia di cui tutti gli Aslanbey hanno sempre parlato: una certa Fusun