Il palazzo de La Promessa trema. Non per un terremoto, ma per un ritorno inatteso: Eugenia de Luján varca la soglia come un fantasma fragile, scortata da Ayala, e scuote l’equilibrio già precario della tenuta. La donna, un tempo fiore della nobiltà andalusa, è ora un’ombra pallida su una sedia a rotelle. Ma dietro quello sguardo silenzioso si nasconde qualcosa di pericoloso: memorie sopite che, se dovessero tornare a galla, potrebbero distruggere tutto.
Leocadia e Lorenzo, custodi di un segreto antico e mortale, sentono il gelo dell’allarme. “Sta ricordando”, sussurra Leocadia, mentre accarezza il revolver nascosto in un cassetto. Per loro, Eugenia non è una donna da compatire. È una minaccia viva. Una che cammina.
Sì, cammina. Perché Curro, suo adorato nipote, ha giurato che l’avrebbe rimessa in piedi. E quando Curro giura, non si tratta di parole vuote. Con l’aiuto della tenace Pía e del misterioso dottor Perales, inizia una terapia intensa. Lacrime, dolore, forza. Giorno dopo giorno, Eugenia si alza. Un passo. Poi un altro. E infine… cammina. È un miracolo. Ma anche un colpo di martello sulle coscienze colpevoli.
Nel cuore della casa, Lorenzo e Leocadia complottano. Il revolver è lì. Il terrore cresce. “Ogni passo che fa, la avvicina alla verità di quella notte,” dice Leocadia. Quella notte maledetta, che ha spezzato Eugenia… e che potrebbe mandare i due congiurati dritti all’inferno.
Intanto, Curro vive un incubo a occhi aperti. Diviso tra la tenerezza verso la zia e la paura che la verità venga a galla. La morte di Jana, sorella di Pía, è ancora avvolta da misteri. Ma ora, Eugenia – testimone silenziosa di ciò che accadde – sta ritrovando lucidità. E i segreti tornano a respirare.
Ogni passo che Eugenia compie nei corridoi riempie il palazzo di sussurri. I servitori la guardano con rispetto e timore. Leocadia la osserva con freddezza. Ma il veleno dentro di lei è vivo. “Se tu non hai il coraggio,” dice a Lorenzo, “lo farò io.” La pistola brilla, promessa di un destino tragico.
Eugenia intanto avanza. Con Curro al fianco, tra esercizi e tenerezza. Una promessa mantenuta. Ma anche un percorso verso la verità. Comincia a fare domande. Percepisce il gelo negli occhi di Leocadia, il nervosismo di Lorenzo, i silenzi sospetti. “Cosa è accaduto in mia assenza?”, chiede. Curro mente… ma fino a quando?
L’ombra della cospirazione si infittisce. Ayala, figura ambigua, forse protettore o forse burattinaio, ha portato Eugenia alla Promessa con uno scopo. E mentre i nobili tremano, il popolo della casa si riaccende di speranza: Eugenia è tornata. E cammina.
Il palazzo stesso sembra mutare. La luce entra nei corridoi. La risata fragile di Eugenia, sorretta da Curro, infrange anni di dolore. Ma la minaccia è reale. Leocadia non perdona. Non dimentica. E non fallisce. Se Eugenia ricorda tutto, se racconta ciò che vide… allora La Promessa sarà sangue.
Il tempo stringe. Le alleanze cambiano. Gli equilibri vacillano. E il revolver di Leocadia attende, silenzioso, il momento di agire. In un mondo dove camminare è già una rivoluzione, la verità potrebbe essere il colpo mortale.