Il 7 e l’8 maggio saranno due giornate che i fan di Tradimento faticheranno a dimenticare. Due episodi fortemente emotivi, segnati da un colpo di scena devastante: Selin, in attesa del suo primo figlio, riceve una notizia inattesa durante un controllo medico di routine. Quello che doveva essere un momento felice, pieno di vita e di speranza, si trasforma in una tragedia silenziosa che la travolge completamente.

L’episodio si apre con Selin, emozionata ma nervosa, che si reca in clinica per la prima ecografia importante della gravidanza. Accanto a lei non c’è nessuno: né il padre del bambino, né un familiare. È sola, perché la sua relazione è da tempo messa a dura prova e la sua famiglia, divisa da segreti e tradimenti, le ha voltato le spalle.

Mentre l’infermiera la prepara per l’esame, Selin cerca di trattenere le lacrime. Tenta di sorridere, ma la paura si legge nei suoi occhi. Poi arriva il medico, l’ecografia inizia… e qualcosa cambia nell’aria. Il volto del medico si fa serio, il suo silenzio è più rumoroso di mille parole. Dopo lunghi secondi, le dice con tono controllato:

“Mi dispiace… ma il battito non c’è più.”

Selin è pietrificata. Le parole le rimbombano nella mente. Il suo mondo crolla. Aveva creduto che, nonostante tutto, questo bambino sarebbe stato la sua nuova possibilità, la sua forza per rialzarsi. Ma ora è tutto finito. Il sogno è spezzato.
“Come è possibile?” sussurra, mentre le lacrime iniziano a scendere senza controllo.
“Fino a pochi giorni fa stava bene…”

Il medico cerca di spiegarle che può succedere, che è qualcosa che purtroppo accade più spesso di quanto si creda. Ma nulla riesce a consolarla. Selin lascia la clinica come un’ombra, trascinando i piedi e stringendo tra le mani l’ecografia vuota, simbolo di una perdita insopportabile.

Tornata a casa, Selin si chiude nella sua stanza, rifiutando di parlare con chiunque. La famiglia è ignara di quanto accaduto, ma Guzidè percepisce che qualcosa non va. Cerca di avvicinarsi, ma Selin le urla di andarsene. La tensione esplode.

Intanto, il padre del bambino, Burak, continua a vivere come se nulla fosse, distante e insensibile, coinvolto in altri intrighi e con un occhio fisso su Yessim, la sorella di Selin. Quando finalmente scopre dell’aborto spontaneo, non reagisce come dovrebbe. Non prova a confortare Selin, non si assume la responsabilità. Al contrario, dice freddamente:
“Forse è meglio così. Non eravamo pronti.”

Queste parole colpiscono Selin come una coltellata. Per lei, quel bambino non era un errore: era l’unica luce in un periodo di buio assoluto. Il dolore si trasforma in rabbia. Lo affronta davanti a tutti, nel salotto della villa, con uno sfogo che lascia senza parole:

“Tu non hai perso nulla. Io ho perso un figlio, una parte di me, e tu hai il coraggio di dirmi che è meglio così? Sei solo un codardo. E io ho sbagliato tutto con te.”

Guzidè assiste alla scena e, per la prima volta dopo tanto tempo, abbraccia Selin sinceramente. Capisce che dietro quell’odio, dietro quella rabbia, si nasconde solo una figlia spezzata, distrutta da chi avrebbe dovuto amarla.

Nel frattempo, in parallelo, Yessim osserva tutto da lontano. La notizia dell’aborto la colpisce più di quanto voglia ammettere. Il senso di colpa inizia a farsi strada dentro di lei, perché sa bene che le sue manovre e il suo rapporto ambiguo con Burak hanno avuto un peso sullo stress e sulla solitudine di Selin. Ma sarà disposta ad ammettere le sue colpe?

La tensione sale quando Guzidè, con gli occhi ancora rossi di pianto, raduna tutti e li accusa uno a uno di aver voltato le spalle a Selin in un momento cruciale.
“Avete guardato dall’altra parte mentre lei soffriva. Ora tutti voi portate una parte della sua ferita.”

La scena è straziante. Selin ascolta dalla scala, invisibile ma presente, mentre la madre finalmente la difende. Ma dentro di lei, il dolore è ancora troppo forte per perdonare.

L’episodio si conclude con una sequenza struggente: Selin cammina lentamente verso il giardino, si siede accanto a un albero e seppellisce l’ecografia sotto terra, come un piccolo rituale per dire addio. Le lacrime scendono, silenziose, mentre sussurra:

“Non ti dimenticherò mai. Anche se non ti ho mai tenuto in braccio, sarai sempre mio.”