Tradimento – Venerdì Sera Esplosivo: Selin a pezzi… e Oltan crolla nel silenzio”

 

L’episodio serale di Tradimento del 30 maggio si preannuncia esplosivo, con tre momenti chiave che terranno gli spettatori con il fiato sospeso: una telefonata misteriosa che riaccende le speranze di Yesim, il duro confronto tra Selin e Oltan, e un agguato scioccante che colpisce Yesim. Preparatevi a svolte inaspettate e a un’escalation di dramma.

La Tentazione del Successo e i Segreti di Yesim

Sulla strada del ritorno, Yesim riceve una telefonata inaspettata da un certo Dincher, che afferma di aver avuto il suo numero da Memet. Yesim, colta da una scarica di adrenalina, si illumina: finalmente qualcosa si muove. Dincher le propone una collaborazione per un evento imminente, conoscendo il suo lavoro nel campo della ristorazione. Nonostante un altro impegno già preso, Yesim accetta, esagerando con promesse di chef stellati e menu personalizzati. Una volta chiusa la telefonata, la tensione sale: si rende conto di aver detto cose non vere e corre a casa con il cuore che le martella nel petto.

Appena entra, è accolta dal sorriso gioioso di Oiku, ma l’atmosfera cambia subito quando incontra Tarik. Il suo sguardo è duro, le rinfaccia che Oiku la cerca ogni giorno e che la bambina è spesso sola. Yesim, stanca e provata, gli ricorda che ora lavora e che la sera arriva sfinita. Prima che la tensione esploda, Oiku torna raggiante, raccontando con entusiasmo della visita di Guzzid e del suo invito a cena. Yesim rassicura la figlia, promettendole che ci andranno. Yesim poi chiede a Tarik il motivo della visita di Guzide. Tarik minimizza, mentendo che Guzide passava di lì per caso, ma non può fare a meno di sottolineare il tono pungente e sarcastico di Yesim quando parla di lei. Yesim ammette che ora Guzid è una presenza importante per lei, poi fa una smorfia, quasi a voler chiudere la conversazione. Tarik le dice di unirsi a loro a tavola.

Il Dramma di Selin: Confessioni e Perdono Inatteso

Sara è a casa in preda al panico, cercando invano di mettersi in contatto con sua sorella Selin. Quando finalmente suonano alla porta, è Oltan, furioso, a presentarsi. Entra come una tempesta e chiede dove sia Selin. Sara prova a spiegare che Selin è sparita e teme che possa aver fatto qualcosa di grave. Oltan è una fiamma che divampa, ma proprio mentre l’aria diventa irrespirabile, Selin appare sulla soglia, lo sguardo basso e il corpo rigido. Sara corre ad abbracciarla, sollevata ma ancora tremante.

Selin si avvicina a Oltan e pronuncia quella parola che un tempo era un rifugio, “padre”, ma lui si irrigidisce: quel legame per lui non esiste più. L’esplosione non si fa attendere. Oltan pretende di sapere dov’è stata. Selin, con voce spenta, confessa di essere andata da Oilum. La rabbia di Oltan esplode, urlandole che non riesce a stare ferma e non misura mai le conseguenze delle sue azioni. Ma Selin non reagisce, resta immobile, gli occhi lucidi, il volto segnato dalla vergogna. In un sussurro, spiega di essere andata da Oilum per chiederle perdono, pur sapendo che non lo avrebbe ricevuto. Oltan, accecato dal disprezzo, la attacca con parole dure, rinfacciandole il disastro causato dal video e le tensioni scoppiate. Selin incassa tutto in silenzio, non prova a difendersi, accettando ogni colpo come se li meritasse.

Poi, con voce chiara e ferma, annuncia che lei e Sara lasceranno l’appartamento, chiedendo solo un giorno di tempo e promettendo di firmare i documenti per il divorzio senza opporsi a nulla. Sara rimane scioccata. Ma il colpo più sorprendente arriva da Oltan, che cambia tono all’improvviso, accusandola di voler fuggire e abbandonare tutto. Selin crolla, la voce spezzata dal pianto, elencando i danni che ha provocato: la fine del matrimonio, la perdita della figlia, il dolore seminato ovunque. Ammette di non avere più nulla, neppure se stessa. Quel dolore crudo e autentico colpisce inaspettatamente Oltan. Il suo volto si ammorbidisce e chiede a Sara di lasciarli soli, poi urla con forza che vuole rimanere da solo con Selin. Sara, senza discutere, si allontana. Oltan resta in piedi un attimo, guarda Selin, poi si sfila lentamente il cappotto come se stesse deponendo le armi. Con un gesto deciso le indica il divano e si siede accanto a lei.

Il Segreto di Beran e la Solitudine di MuallaA YouTube thumbnail with maxres quality

Quella sera, nella villa immersa nel silenzio, Oilam cammina lungo il corridoio, guidata da un’ombra di inquietudine. Quando passa davanti alla porta della camera di Beran, si ferma e nota che è socchiusa. Gettando uno sguardo dentro, il letto è vuoto, e la sorpresa si trasforma in allarme. Oilum alza la voce e chiama Oznur, la governante, con tono deciso e urgente. Oznur, confusa, le risponde semplicemente che Beran è stato trasferito in una clinica all’estero quella stessa mattina, partito con Mualla. Oilum è sconvolta e si allontana, visibilmente turbata. Prende il telefono e chiama subito Mualla.

Quando Mualla risponde, Oilum va dritta al punto: vuole sapere dove si trovano lei e Beran e perché siano partiti così in fretta senza dire nulla a nessuno. Mualla non perde la calma. Con voce controllata le racconta di aver ricevuto una chiamata improvvisa quella mattina: un posto nella clinica si era liberato e Beran era stato accettato nel programma. Oilum ascolta in silenzio, poi le chiede se è stata lei a contattare quella struttura. Mualla conferma, dicendo di aver scritto a quel medico mesi prima senza ricevere risposta, e che la telefonata è arrivata quando aveva quasi perso la speranza. Oilum incassa ogni parola, ma vuole sapere di più. Chiede come stia Beran e cosa dicano i medici. Mualla evita dettagli, dicendo solo che non possono sapere quanto durerà il trattamento, ma che anche se non dovesse cambiare nulla, almeno avrà fatto tutto ciò che era in suo potere. Le parole di Mualla lasciano Oilum senza repliche. Non può che accettare quella scelta, sapendo quanto sia forte il senso di responsabilità che lega Mualla a suo figlio. Dopo un attimo di silenzio, Oilum saluta Mualla, la voce pacata ma carica di emozione. La telefonata si interrompe. Oilam resta sola nel corridoio davanti alla stanza vuota. La casa è silenziosa, ma dentro di lei le domande non si fermano.

Selin è seduta sul divano, il corpo contratto. Di fronte a lei Oltan, in silenzio. Selin prende la parola, la voce rotta ma ferma. Si assume ogni responsabilità, ammettendo di aver sbagliato e rovinato tutto. Dice di aver voluto solo sentirsi felice, desiderata, amata, qualcosa che ha visto negli occhi di un’amica ma che non ha mai provato davvero. Racconta di aver perso quell’amicizia e il suo bambino, parlando del dolore come di una bestia che l’ha divorata, spingendola verso la vendetta senza pensare alle conseguenze. Ora lo capisce e chiede perdono. Sa di aver ferito anche Oltan, l’unico che le è rimasto accanto nel giorno più nero della sua vita. Oltan la osserva immobile, ma dentro è scosso. Si alza e si siede accanto a lei con tono pacato. Le dice che l’idea di mentire a Tolga è stata sua, ma Selin scuote il capo, ribattendo che nessuno l’ha costretta, ha scelto lei consapevolmente. Il volto di Selin si spegne, si copre il viso con le mani, il dolore le scava le guance. Oltan la guarda, poi le ricorda il motivo per cui ha voluto proteggerla. Le dice che non era un caso se voleva che restasse accanto a suo figlio. L’ha chiamata “figlia”. Selin solleva lentamente lo sguardo, gli occhi lucidi, la voce appena un sussurro. Dice che per la prima volta Oltan Cassifoglu si è sbagliato, ma lui la smentisce con fermezza, dicendo che non ha mai avuto dubbi su di lei. Oltan si apre, racconta che quella sera aveva un’idea diversa, forse più dura, ma ora davanti a sé vede una donna diversa. La Selin che vorrebbe vedere accanto a Tolga. La esorta a non andare via, a restare per prendersi cura di sé e ritrovarsi. Selin lo ascolta, ma si punisce ancora, parlando dello stress, della mente che si è spezzata, ammettendo di essere crollata e di aver perso il controllo. Oltan stavolta non dice nulla, ma il suo silenzio non è più distanza, è accoglienza, l’inizio di una tregua. Confessa a Oltan che la sua azione ha portato al rapimento di Oilum e avrebbe potuto portarla alla morte. Ammette di non sentirsi innocente, di essere diventata complice di un crimine. Dice che anche quando capisce di star per fare qualcosa di sbagliato, una voce dentro la spinge comunque ad andare avanti. Oltan, con tono fermo ma colmo di comprensione, le assicura che non sarà sola. Le promette che si rivolgeranno a uno specialista e che sarà lui ad accompagnarla passo dopo passo in questo percorso. Dalle scale, Sara osserva tutto, sbalordita. Quello che vede non è lo scontro che si aspettava, ma Selin che riceve conforto. Sara si chiede se sua sorella agisca in modo istintivo o se sappia manipolare ogni cosa. Selin resta immobile sul divano, al suo fianco Oltan. Gli occhi di lei sono rossi, la pelle impallidita, lo sguardo perso nel vuoto. Non c’è più rabbia, solo un’emotività spezzata che riempie la stanza.

Intanto, la notte si fa lunga anche per Mualla. Avvolta in un pesante cappotto, cammina sola nel parco della tenuta. I passi lenti la conducono verso un punto preciso: il luogo in cui riposa Beran. Si ferma a qualche metro di distanza, fissa la terra, poi si avvicina in silenzio. Mualla si china, appoggia la mano sul legno della croce, poi resta lì, sussurra parole al figlio, gli parla come se potesse sentirlo, gli chiede se ha riabbracciato il fratello e il padre, sistema con cura le rose bianche sulla tomba e lo invita ad aspettarla. È certa che si rivedranno, che potrà di nuovo stringerlo a sé, poi si accascia a terra. Le mani affondate nel terreno, il dolore la travolge, gli occhi si riempiono di lacrime, il volto rigido cede. Mualla parla ancora, gli dice quanto è difficile vivere senza di lui, quanto è inimmaginabile il dolore. Dal giorno dell’attentato la sua vita si è fermata, non sorride più, non ha più voglia di nulla, indossa ogni giorno una maschera. Anche quando vorrebbe chiudersi in una stanza e piangere fino allo sfinimento, nessuno vede quanto sangue le esce dal cuore. Non riesce più a trattenere il dolore, lo lascia uscire tutto. La notte è silenziosa, ma dentro quel parco si alza un grido rotto, un urlo sordo e disperato. Mualla si sdraia sulla terra che copre il corpo del figlio. Lo abbraccia con il corpo come se potesse proteggerlo ancora.

Nuovi Segreti e un Attacco Sconvolgente

La mattina successiva, Guzzide è seduta nel portico della sua casa accanto a Sezai. Il cielo è limpido, ma l’atmosfera è carica di tensione. Guzide chiede a Sezai se ha parlato con Ipecc. Sezai annuisce lentamente, poi racconta tutto con tono affranto: Ipecc ha ammesso l’acquisto delle due auto e tutte le altre spese irrazionali. Guzide sgrana gli occhi, ma il vero colpo arriva quando Sezai confessa che Ipecc non riesce a controllarsi, un comportamento iniziato in Canada. Sezai, con voce scura, dice che Ipecc è malata e ne è consapevole. Guzide ascolta in silenzio, colpita nel profondo. Sezai continua, raccontando che Ipecc agisce spinta da una compulsione, fa acquisti senza controllo e poi, travolta dal senso di colpa, dona tutto. Ora sa che deve trovarle un medico, un supporto adeguato, ma è disorientato. Guzide, toccata dalla fragilità di Sezai, gli consiglia di non lasciarla sola. Sarà un percorso lungo e difficile, ma solo restandole accanto Ipecc potrà affrontare ciò che la tormenta.

Intanto, in un’altra casa, l’atmosfera è completamente diversa. Umit è in cucina, concentrat

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