Quando si parla di coppie e tradimenti e mi capita di dire qualcosa – qualcosa anche di molto generico – sul fatto che non so se sia possibile stare insieme tutta la vita rimanendo sempre strettamente monogami, di solito c’è qualcuno che si gira verso la persona con cui sto (da tanto tempo) e dice «Hai sentito cos’ha detto?». La cosa mi fa sorridere, non tanto per il diverso modo in cui ognuno concepisce le relazioni di coppia, ma perché vorrei rispondere: «Davvero pensate che lo dica così, senza averne mai parlato con lui?».
Il tradimento nelle relazioni monogame è ancora un tabù?
«Sì, sia a livello sociale che relazionale. Culturalmente, il tradimento viene spesso raccontato in termini moralistici, tra colpevoli e vittime, e questo rende difficile affrontarlo con profondità. È un tema che genera giudizio, vergogna, e a volte semplificazioni che non aiutano a comprendere cosa accade davvero. A livello relazionale, il tradimento tocca una ferita profonda: quella del sentirsi rifiutati, messi da parte, non abbastanza. E quando tocchiamo questi punti, spesso evitiamo di parlarne. Ma il silenzio non protegge. Il dolore non nominato si trasforma in distanza».
Il concetto di tradimento può variare molto da coppia a coppia?
«Certo che sì. Non esiste una regola uguale per tutti. Per alcune coppie, tradire significa avere un rapporto sessuale con qualcun altro. Per altre, può essere un segreto tenuto nascosto o l’assenza emotiva del partner in un momento di bisogno. Come scrive Sue Johnson: “L’infedeltà è un trauma dell’attaccamento. Non riguarda solo il sesso, ma la rottura di un legame sicuro.” Ed è proprio questa rottura, più che l’evento in sé, a lasciare ferite».
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Spesso nelle relazioni non monogame si specifica chiaramente e preventivamente cosa si intende e cosa no per tradimento, sarebbe utile anche nelle relazioni monogame?
«Sì, parlare apertamente di cosa per ciascuno rappresenta una rottura della fiducia è un esercizio di apertura e di connessione. In tante coppie monogame, si dà per scontato che “fedeltà” significhi la stessa cosa per entrambi, ma non sempre è così. Esplicitare i confini — anche emotivi, non solo sessuali — può prevenire fraintendimenti e ferite. Detto questo, la vita non è sempre prevedibile. Possiamo costruire accordi chiari e profondi… ma poi accadono cose che non avevamo immaginato: imprevisti, momenti difficili, bisogni che emergono all’improvviso. Per questo non si tratta solo di fissare regole, ma anche di coltivare uno spazio dove potersi parlare, anche quando qualcosa si fa difficile».
Può essere utile anche provare a immaginarsi e parlare di cosa potrebbe succedere nell’eventualità
di un tradimento?
«Può essere utile, ma con la consapevolezza che c’è una grande differenza tra il parlarne e il viverlo. Parlarne prima può aiutare a creare una base di fiducia, a conoscere cosa può ferire l’altro ma non elimina la fatica del momento. Il dolore, la rabbia, il senso di disorientamento che accompagnano un tradimento non sono sempre gestibili con la sola razionalità. Inoltre credo che l’obiettivo non sia arrivare a immaginare tutto ciò che potrebbe andare storto, ma piuttosto rafforzare il legame prima che qualcosa si rompa. Lavorare sulla connessione, sul riconoscimento reciproco, sulla capacità di parlare anche delle insicurezze è il modo migliore per non arrivare a quel punto».