LA FORZA DI UNA DONNA: BAHAR ABBANDONA I FIGLI? 😭 Nisan e Doruk Aspettano la Mamma da Soli –

Il dramma si infittisce e la tensione raggiunge livelli insostenibili nell’ultimo sconvolgente capitolo di “La forza di una donna”, dove il destino di Bahar pende su un filo sottilissimo, lasciando i suoi adorati figli, Nisan e Doruk, in una solitudine straziante e il pubblico con il fiato sospeso. Una puntata che ha scosso il cuore dei telespettatori, gettando ombre inquietanti sul futuro della nostra eroina e riaccendendo vecchie ferite familiari in un turbinio di bugie, tradimenti e verità sconcertanti.

L’episodio si apre in un’atmosfera carica di rancore e disperazione. Yeliz, il cui volto è una maschera di preoccupazione, attende con ansia il ritorno di Ceyda, che si era attardata in una discussione con Hatice e Arif. Appena Ceyda varca la soglia, Yeliz la affronta a viso aperto, la voce roca per la rabbia e la frustrazione. La accusa di aver avuto il coraggio di restituire anche la sua parte di denaro ad Hatice. Ceyda, con una calma quasi disarmante ma una logica ferrea, le conferma di sì, spiegando la sua irremovibile convinzione che quei soldi non fossero mai appartenuti a loro e che non era giusto derubare Hatice. La discussione tra le due amiche si accende, un fuoco alimentato dalla rabbia disperata di Yeliz e dalla salda integrità di Ceyda.

È proprio in questo clima di tensione palpabile che Bahar, ignara del dramma che sta per consumarsi e di quello ancora più grande che la attende, fa la sua apparizione. La sua presenza, tuttavia, coincide con il punto di svolta più crudele dell’episodio. In una sequenza di eventi agghiacciante, il destino si accanisce su di lei: Bahar è coinvolta in un incidente che la lascia in fin di vita, sospesa tra la flebile speranza e l’abisso della disperazione che avvolge chi le sta intorno.


Mentre Bahar lotta per la sua vita, Yeliz piange disperata, le sue lacrime un fiume in piena di angoscia per il futuro. Ceyda, con la sua inconfondibile pragmatica resilienza, cerca di rassicurarla, proponendole di ignorare la perdita del denaro e di resistere ancora un po’. Ma le preoccupazioni di Yeliz sono concrete, brucianti: “Cosa darò da mangiare ai miei figli? Come farò a mandarli a scuola?”. Ceyda, che condivide la stessa ansia per la sua famiglia, le rivela di aver già chiesto aiuto ad Arif, che si impegnerà a trovare un locale. In un misto di confusione e speranza, Yeliz chiede a cosa possa servire un locale, ma Ceyda la invita ad avere pazienza. Proprio in quel momento, Arif bussa alla porta, portando con sé un sorriso che è un barlume di speranza: è riuscito a ottenere un locale. L’entusiasmo di Ceyda è contagioso, e chiede quando potranno iniziare. “Anche domani, se volete!” risponde Arif.

Ma Yeliz, scettica e stremata, interrompe l’euforia: “Non ho nessuna intenzione di restare tutto il giorno ad aspettare che la gente compri le nostre camicie!”. La risposta di Ceyda è dura, ma onesta: “È meglio di non avere nulla con cui mantenere la famiglia. Resterai lì pazientemente, altrimenti non mangerai.” Aggiunge poi un’altra preoccupazione: come spiegheranno a Bahar la loro assenza prolungata? Non vuole più mentirle.

Lontano da queste preoccupazioni finanziarie, in un’altra stanza, Sirin si imbatte in una busta piena di soldi dimenticata, un “regalo” di Suat che le aveva imposto una scelta netta: amicizia o inimicizia. La sua riflessione viene interrotta bruscamente dall’arrivo di Hatice. Con un gesto fulmineo, Sirin nasconde il denaro. Quando la madre entra, Sirin, irritata dalla sua invadenza, la rimprovera per non aver bussato e le chiede sgarbatamente cosa voglia. Hatice, venuta per prendere i panni da lavare, si vede respingere con un secco “Non ho nulla di sporco, vai via!”. Il tono sprezzante di Sirin fa infuriare Hatice, che le ordina di moderare i termini e le comunica che d’ora in poi dovrà occuparsi da sola del proprio bucato. Sola di nuovo, Sirin riprende in mano la busta, persa in un turbine di pensieri, la sua mente contorta che elabora nuove vendette o strategie.


Intanto, in un asettico letto d’ospedale, Bahar sta affrontando la sua flebile routine, sottoponendosi a una trasfusione di sangue. La dottoressa Jale, con volto grave, la visita e le chiede come si senta. Bahar, con una tristezza che le appesantisce lo sguardo, confida di sentirsi ogni giorno più debole, la paura intima di addormentarsi la sera e di non risvegliarsi più al mattino. La dottoressa Jale le conferma la criticità della situazione: il trapianto è diventato improrogabile. Poi, la pugnalata al cuore: il midollo dell’altra sorella, su cui avevano riposto speranze, non è compatibile. L’unica via è Sirin.

Bahar rimane impietrita, senza parole, sotto il peso di quella rivelazione insopportabile. Jale si affretta a spiegare il piano: Sirin non saprà di essere la donatrice, almeno non fino a quando non avrà completato il suo trattamento per l’epatite. Il timore è che, sapendosi indispensabile, possa interrompere le cure. Bahar, ancora scossa, chiede perché l’altra opzione sia svanita, lei che si era illusa che tutto sarebbe andato per il meglio. Ora si ritrova a fronteggiare l’idea intollerabile di dover portare una parte di Sirin dentro di sé per il resto della vita. La dottoressa Jale ammette allora di averla ingannata su quella seconda possibilità: una bugia necessaria per assicurarsi che Sirin continuasse le sue cure. Bahar, con un’amarezza profonda, crolla in un pianto silenzioso, l’anima lacerata dall’accettare che per sopravvivere abbia bisogno proprio di Sirin. Jale, con parole decise, la scuote, invitandola a considerare la sua fortuna: migliaia di persone attendono un midollo compatibile, lei ha un’incredibile possibilità di vivere. La esorta a non lamentarsi, l’unica cosa che conta è continuare ad essere presente per i suoi figli, a prescindere dal donatore. Le parole del medico sortiscono l’effetto sperato. Bahar si placa, accogliendo in silenzio quella dura verità. Con un gesto più dolce, Jale le prende la mano, ricordandole la promessa fatta il giorno della diagnosi: avrebbe fatto l’impossibile per mantenerla in vita. Anche a costo di qualche bugia. Bahar, commossa, stringe la mano della dottoressa, un gesto di profonda gratitudine.

Lontano dalle mura dell’ospedale, Sarp è prigioniero di una cupa depressione, schiacciato dal peso degli eventi. Piril si avvicina con premura, porgendogli succo e un panino. Sarp accetta, ma quando Piril gli propone una passeggiata, lui rivela di avere un impegno. L’espressione di Piril si fa subito seria: “Stai andando da Bahar e dalla sua famiglia, vero?”. Sarp conferma senza esitazione, prendendole la mano e ricordandole che ne hanno già parlato a lungo. Se sua madre non fosse misteriosamente scomparsa dall’ospedale proprio quel giorno, la verità sarebbe già venuta a galla. Piril gli ricorda la pericolosità di rivelare la loro sopravvivenza, ma Sarp tenta di rassicurarla: sono vissuti lì per mesi senza pericoli. La sua calma, però, non scalfisce l’ansia di Piril, che ribatte con fermezza che le cose possono precipitare da un momento all’altro. Sarp, tentando di placare le sue paure, le rivela il motivo della sua tranquillità: l’uomo che presumibilmente dà loro la caccia da anni, Nezir, è in stato vegetativo e non è più in grado di nuocere. La persecuzione di Nezir è iniziata la notte stessa in cui Sarp ha conosciuto Piril, una notte tragica segnata dalla morte di Mert, il figlio di Nezir. Quest’ultimo è convinto che Sarp abbia ucciso suo figlio e da quel momento la sua unica ragione di vita è la vendetta. Nonostante Sarp continui a ripetere a Piril che staranno bene, lei non riesce a scrollarsi di dosso una profonda e radicata paura.


La scena si sposta alla sfarzosa villa di Nezir, dove arriva una donna elegante di nome Yesim. Con fare deciso, pretende dalle guardie di poter vedere Nezir, affermando di essere sua moglie. A sbarrarle la strada è uno degli uomini di fiducia di Nezir, lo stesso che, all’insaputa di tutti, è il vero assassino del figlio di Nezir, Mert. La guardia le nega freddamente l’accesso, puntualizzando che lei è in realtà la sua ex moglie. La disperazione si dipinge sul volto di Yesim, che confessa che si sarebbero risposati se solo Nezir non fosse stato colpito da un’emorragia cerebrale. Yesim supplica di lasciarla passare anche solo per un istante, lamentando che da 4 mesi nessuno ha notizie concrete sulla sua condizione. L’uomo però è irremovibile, sta solo obbedendo agli ordini. L’atteggiamento della guardia fa esplodere la rabbia di Yesim che gli urla contro, chiedendosi quale medico possa mai proibire alla moglie di Nezir di vederlo. In un impeto di frustrazione, tenta di forzare il blocco, ma un’altra guardia la ferma. Furiosa e sconfitta, Yesim grida loro contro prima di andarsene. Subito dopo, la guardia sale le scale e chiede a uno dei suoi uomini se qualcuno sia entrato nella stanza. Ricevuta una risposta negativa, si dirige personalmente verso la camera di Nezir e apre la porta. L’immagine che si presenta ai suoi occhi è scioccante e ribalta completamente la realtà conosciuta: il signor Nezir non è affatto malato, è in perfetta salute, in piedi e sta facendo esercizio fisico. Contrariamente a quanto tutti credono, Nezir non è in stato vegetativo. Chiede alla sua guardia se Yesim abbia creato problemi e l’uomo risponde che non è accaduto nulla di rilevante. Nezir, soddisfatto, lo congeda.

Nel frattempo Sarp e Piril stanno parlando. Sarp le dice che sta salendo a vedere i bambini, ma lei lo ferma chiedendogli di riconsiderare l’idea di andare a trovare Bahar e la sua famiglia. Piril precisa di volere solo ciò che crede sia meglio per tutti e senza volersi intromettere lo prega di fare la cosa giusta. Sarp risponde che ci penserà e si dirige verso la stanza dei figli. Rimasta sola in salotto, Piril è sopraffatta da un ricordo: la notte in cui Munir li aveva portati via, lei spaventata e Sarp gravemente ferito, nascondendoli in un appartamento vuoto per sfuggire a Nezir. Nel suo ricordo Sarp giace addormentato su un divano. Munir apre la porta a un medico che ha chiamato per curarlo. Il dottore, dopo aver esaminato la ferita, commenta che Sarp è un uomo forte, perché è un miracolo che sia ancora vivo. Piril lo supplica di salvargli la vita a qualunque costo. In quel momento Munir riceve una telefonata da Suat, il quale lo informa che partirà per l’estero il giorno seguente. Munir acconsente e gli comunica che l’uomo con loro potrebbe non sopravvivere, ma Suat risponde che va bene così.

La scena si sposta su Bahar che si trova su un autobus diretto alla scuola dei bambini. Si sente molto debole, quasi sul punto di svenire. Un passeggero le cede il posto e lei lo ringrazia. Una volta scesa beve un sorso d’acqua, ma continua a sentirsi male, camminando lentamente e a fatica. Arriva all’ingresso della scuola e cerca di riprendere fiato. Proprio in quel momento arriva Musa per prendere suo figlio Bora e, notando lo stato di Bahar, le chiede se si senta bene. Bahar attribuisce il malessere al caldo intenso. Musa, preoccupato, le propone di riposare nella sua auto mentre lui va a prendere i bambini. Bahar accetta grata. Poco dopo Musa accompagna Bahar e i suoi figli fino a casa, sotto lo sguardo attento di Arif che li osserva dal suo bar. Nisan e Doruk ringraziano Musa, il quale dice a Bahar di chiamarlo se avesse bisogno di aiuto.


In un’altra casa, i figli di Yeliz aspettano a tavola che la madre serva la cena. Yeliz porta in tavola solo una pentola di pasta. Sua figlia le chiede se non ci sia altro e Yeliz con tristezza le risponde che per oggi c’è solo quello. Aggiunge che se vuole sapere il perché può chiederlo a sua zia Ceyda. La bambina allora domanda a Ceyda cosa stia succedendo e Ceyda le risponde che è un’usanza che hanno, quella di mangiare solo pasta in alcuni giorni dell’anno. La bambina guarda suo fratello e commenta che è un’usanza che praticano nei giorni in cui non hanno soldi. Yeliz e Ceyda si scambiano uno sguardo preoccupato.

Nel frattempo Bahar è in cucina a preparare la cena. Si sente ancora molto debole. Nisan le chiede a che ora sarà pronta la cena perché hanno molta fame. Bahar le dice che manca solo un minuto, ma sente che sta per svenire e si appoggia al frigorifero per non farsi vedere dai figli. La pentola sul fuoco inizia a traboccare e Bahar fa uno sforzo immenso per spegnere il fornello. Porge un bicchiere d’acqua a Doruk cercando di far credere che stia bene, ma in realtà sta solo lottando per reggersi in piedi e non perdere i sensi.

Intanto Arif sale verso l’appartamento di Ceyda e bussa alla porta. Yeliz apre e gli chiede cosa succeda. Arif le dice a bassa voce che l’indomani passerà a prenderle alle 5:00 del mattino per portarle al bazar. Preoccupata, Yeliz gli chiede cosa farà con i bambini a quell’ora. Arif le suggerisce di chiamare il padre dei bambini perché li tenga lui. In quel momento esce Ceyda e Arif chiede a entrambe di essere pronte per quell’ora. Appena se ne va, Yeliz si lamenta con Ceyda del fatto che ora dovrà lasciare i figli al padre di buon mattino per poter andare al bazar. Ceyda risponde che forse è meglio così, dato che non possono nemmeno offrire loro un piatto di cibo decente.


Il giorno dopo la sveglia di Bahar suona alle 7:30. Si sveglia e quando prova ad alzarsi sente un dolore fortissimo. Con tutte le sue forze esce dall’appartamento, chiama a gran voce le sue amiche e bussa alla porta di Ceyda, ma nessuno apre. Si chiede dove possano essere finite proprio ora che ha più bisogno di loro. Molto debole, Bahar rientra in casa.

Lontano da lì, Ceyda, Yeliz e Arif stanno sistemando il loro banco al bazar. Yeliz riceve una chiamata da Bahar e chiede a Ceyda cosa fare. Ceyda le dice di non rispondere perché Bahar le chiederebbe dove si trova e non possono dirle la verità. È meglio richiamarla più tardi. Yeliz rimette il telefono nella borsa, mentre sullo schermo continua a comparire il nome di Bahar che chiama insistentemente. Qualche ora dopo Yeliz, molto delusa, dice ad Arif e Ceyda che sono andati lì per niente e che per di più ora sono indebitati. Aggiunge che dovrà cercare lavoro come donna delle pulizie e affidare i figli al suo ex marito che presto si sposerà, temendo che col tempo i bambini la dimenticheranno. Arif si alza e dice che allora è meglio che se ne vada, che le vedrà più tardi. Ceyda lo ferma e gli dice che non può andarsene. Devono portare a termine questa impresa e faranno di tutto per avere successo. Yeliz, disperata, chiede come faranno se tutti al bazar hanno già venduto metà della loro merce, mentre loro non hanno venduto ancora nulla. Ceyda osserva attentamente gli altri venditori che gridano e pubblicizzano i loro prodotti. Ceyda prende una camicia e chiede ad Arif di indossarla. Lui inizialmente si rifiuta, ma quando Ceyda gli chiede di farlo per Bahar, accetta subito. Con l’aiuto di Ceyda si cambia la camicia, poi Ceyda si toglie le scarpe e sale sul tavolo insieme ad Arif chiedendogli di fare da modello. Improvvisamente inizia a gridare a gran voce, invitando i passanti a comprare le loro camicie. Dice che possono regalarle a mariti, padri o figli, assicurando che diventeranno belli come il modello. Diverse donne si avvicinano incuriosite al banco e dopo aver visto Arif iniziano a comprare in grandi quantità. Ceyda, Arif e Yeliz sono al settimo cielo.

Intanto Bahar torna all’edificio dove vive. Sale le scale lentamente, sentendosi sempre più debole. Bussa di nuovo alla porta di Ceyda chiedendo aiuto, ma continua a non ricevere risposta. Entra nel suo appartamento carponi perché non ha più la forza di stare in piedi. Si trascina fino in bagno, vomita e poi si accascia accanto alla porta, visibilmente malata. I bambini sono preoccupati perché Bahar non arriva mai in ritardo. L’insegnante chiede se conoscono il numero di qualcun altro. Nisan le dà il numero di Yeliz, che però non risponde, essendo troppo impegnata a vendere le camicie. L’insegnante chiede di nuovo se c’è qualcun altro che possa venire a prenderli. Doruk dice che sua sorella conosce il numero della nonna, ma Nisan nega. Appena l’insegnante si allontana per prendere loro uno spuntino, Doruk chiede alla sorella perché abbia mentito. Nisan ammette di conoscere il numero, ma spiega che il nonno Enver è ancora malato e non possono dargli altre preoccupazioni. Sarebbe peggio se sapesse che la loro madre non è andata a prenderli. Quando l’insegnante torna con dei biscotti, Doruk le dice che può chiamare lo zio Musa. L’insegnante pensa che sia un’ottima idea e lo chiama.


Pochi minuti dopo, al bazar, Yeliz controlla il telefono e trova 50 chiamate perse. In quel momento riceve una telefonata da Musa che le racconta cosa sta succedendo. Yeliz, terrorizzata, dice a Ceyda che Bahar è scomparsa e che devono andarsene subito. Prende la sua borsa e informa anche Arif dell’accaduto. Arif e Yeliz corrono via, mentre Ceyda resta al bazar, molto preoccupata.

A casa, Hatice si avvicina a Enver e gli dice che, approfittando del fatto che Sirin si sta facendo la doccia, vorrebbe parlargli di una cosa importante. Si siedono e Hatice inizia a raccontargli che al mattino, facendo la spesa, ha incontrato Jale, la quale le ha detto qualcosa riguardo a Bahar. Enver ascolta con attenzione, ma proprio in quel momento il cellulare di Hatice squilla. Lei si alza, va in camera per rispondere, e il suo volto cambia radicalmente. Inizia a piangere, poi riattacca. Enver la raggiunge preoccupato. Hatice si asciuga rapidamente le lacrime mentre cerca la sua borsa. Dice al marito che era Bahar al telefono e che, dato che hanno ricevuto nuovi ordini per le camicie e i materiali sono arrivati, deve andare subito a ritirarli. Enver osserva che è un po’ tardi, ma se Bahar l’ha chiamata deve essere importante. Hatice gli chiede di restare con Sirin ed esce dalla stanza. Sirin, appena uscita dal bagno, chiede alla madre dove stia andando. Hatice le dice di badare a suo padre e si precipita fuori di casa correndo e piangendo, pregando che sua figlia Bahar stia bene.

Nel frattempo Piril, con uno dei suoi figli in braccio, esce in cortile in cerca del marito. La domestica le dice che il signore è appena uscito senza avvisare nessuno. Piril affida il bambino alla domestica e corre verso il parcheggio, riuscendo a fermare l’auto di Sarp. Gli chiede perché se ne stia andando e dove stia andando così di fretta e in segreto. Sarp, con un’espressione seria, le dice che sa benissimo dove sta andando. Piril, spaventata, gli ricorda che le aveva promesso di pensarci e di non fare ancora nulla. Sarp non le risponde e lascia la villa in auto, lasciando Piril a guardarlo allontanarsi, un velo di terrore negli occhi.


A casa di Enver, Sirin entra in camera e vede suo padre seduto sul letto. Gli chiede cosa sia successo. Enver le spiega che è venuto un uomo a riscuotere la bolletta dell’acqua e che, non trovando il portafoglio, è andato in camera sua, ha aperto la borsa e ha trovato una busta. Gliela mostra: è piena di soldi. Sirin rimane sorpresa. Enver le chiede da dove provenga tutto quel denaro. Lei risponde che un amico le ha chiesto di tenerglielo dopo aver venduto la sua macchina. Enver la fissa e le dice che non è vero, che sa benissimo che sta mentendo. Inizia ad agitarsi, dicendole che è stanco di vivere con una persona che gli mente guardandolo negli occhi. Dice che non lo sopporta più. Sirin gli chiede se allora preferisce che se ne vada di casa. Enver risponde di no, vuole solo che smetta di mentire, ma Sirin ribatte che quello che lui vuole è che lei se ne vada per poter portare Bahar e i bambini a vivere con loro. Enver le dice che questa volta non le permetterà di fare la vittima e di evitare di spiegare da dove ha preso quei soldi. Esce dalla stanza e si siede in salotto. Dalla porta Sirin gli urla che se vuole può far vivere con sé l’altra figlia, ma che lei se ne andrà davvero da quella casa. Si chiude in camera e grida al padre che da tempo cercava una scusa per mandarla via e che ora l’ha trovata perché ha una nuova famiglia e una nuova figlia e può finalmente cacciare la precedente. Molto arrabbiata, Sirin prende una valigia e inizia a preparare le sue cose. Esce dalla stanza ed Enver le chiede cosa stia facendo. Lei risponde che se ne andrà per dargli l’opportunità di essere il padre di qualcun altro, perché quella è la sua natura. Enver si avvicina e le chiede cosa intenda. Sirin gli dice che tempo fa lo ha già fatto: andando via con la donna di un altro uomo. Enver alza una mano per colpirla, ma si trattiene e le ordina di andarsene subito. Sirin prende le valigie ed esce di casa, prende un taxi e si dirige all’ufficio di Suat.

Pochi minuti dopo, Suat riceve una telefonata che lo informa della visita della signorina Sirin. Lui autorizza l’ingresso. Entrando nell’edificio, Sirin incontra Munir che le chiede cosa ci faccia lì. Lei sorridendo risponde che è andata a trovare il signor Suat. Gli dice anche che ora ricorda dove lo aveva già visto molto prima che la rapisse: molti anni fa era andato a casa sua a chiedere di Bahar, sicuramente portando dei soldi per lei. Munir le risponde che ha ragione e che quel giorno lei aveva mentito dicendo che Bahar era morta. Sirin non dice nulla, si gira e continua a camminare. Da lontano Munir le grida che si chiede ancora perché abbia mentito.

Il capitolo si chiude con un’inquietante incertezza. Bahar, sull’orlo del collasso, è a casa da sola, mentre i suoi figli, Nisan e Doruk, aspettano la mamma a scuola, ignari del pericolo che la minaccia e della disperazione che li avvolge. Le amiche sono accorse, ma troveranno Bahar in tempo? Sarp sta correndo da lei, ma riuscirà ad arrivare prima che sia troppo tardi, e quali saranno le conseguenze del suo ritorno per tutti? E Sirin, con le sue bugie e i suoi segreti svelati, cosa trama ora che si trova nell’ufficio di Suat, e qual è la vera natura del suo legame con lui? La rivelazione che Nezir non è in stato vegetativo ribalta completamente il gioco, rendendo Sarp e la sua famiglia più vulnerabili che mai.


Le domande si accavallano, i cuori palpitano. Cosa spinge veramente Sirin e quale terribile verità si nasconde dietro quella bugia decennale? Riuscirà Bahar a sopravvivere per i suoi figli? E come reagirà il mondo alla notizia del ritorno di Sarp? Fateci sapere le vostre teorie nei commenti qui sotto! Se non volete perdervi nemmeno un istante di questa storia mozzafiato, iscrivetevi al canale e attivate le notifiche. Alla prossima!

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