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Ma la tempesta scatenata nella sua mente non si fermerà. Ora sarà l’immagine spettrale di Hann ad apparire in piedi accanto al letto, con quello sguardo sereno ma colmo di una tristezza profonda e imperscrutabile. “Mi hai deluso”, dirà lo spettro con una voce debole e distante che risuonerà nel profondo della sua anima tormentata. “Hai lasciato che mi prendessero.”
Eugenia cadrà in ginocchio a terra, stringendosi la testa con le mani, urlando di dolore e disperazione. “No! Non ho potuto fare niente! Ci… ci ho provato. Giuro che ci ho provato!” La porta della stanza si aprirà rapidamente e Alonso, allertato dalle urla strazianti della sorella, correrà dentro, trovando Eugenia in uno stato di completo collasso, inginocchiata sul pavimento, con i capelli scompigliati e gli occhi fissi nel vuoto, persa in un abisso di terrore. “Eugenia, cosa sta succedendo?” Chiederà Alonso, correndo verso di lei con il cuore che gli batteva forte per l’angoscia e cercando di sollevarla delicatamente. Ma nel vederlo, Eugenia lancerà un urlo di puro terrore, respingendolo con forza, con lo sguardo colmo di odio irrazionale. “Non mi tocchi!” Alonso farà un passo indietro, sbalordito, con un’espressione confusa e sofferente per il rifiuto della sorella, mentre lei continuerà ad accusarlo con veemenza, con voce carica di rabbia isterica. “Tu… tu sei la colpa di tutto questo. Lasci sempre entrare tutti, invadi, fai male… non poni mai limiti. Questa casa, questa casa, è diventata una prigione per colpa tua!”
«Eugenia, per l’amor di Dio…» Alonso cercherà invano di farle riprendere conoscenza, ma lei sarà già troppo immersa nella confusione dei suoi deliri, nell’incubo che Lorenzo e Leocadia avevano così crudelmente orchestrato. In quel preciso istante, Curro, attratto dal crescente trambusto, si precipiterà nella stanza, con un’espressione di profonda preoccupazione sul volto. “Mamma, cosa sta succedendo?” la chiamerà, avvicinandosi rapidamente a lei, inginocchiandosi accanto a lei e cercando di tenerle le mani tremanti. Ma Eugenia lo guarderà con un’espressione piena di disprezzo e straziante confusione. “Tu… anche tu sei mio figlio, non un bastardo inutile, come si dice. Sono loro i colpevoli. Lo sei anche tu. Per colpa tua, Hann se n’è andato!” Curro rimarrà paralizzato, le parole di sua madre gli trafiggeranno il petto come lame affilate, il dolore si rifletterà nei suoi occhi pieni di lacrime. “Mamma, per favore, sono io, Curro”, insisterà, con la voce rotta dall’angoscia. Ma Eugenia, completamente sconvolta, balzerà in piedi, spingendolo via con violenza e sorprendente forza e continuerà a urlare, puntandogli contro il dito accusatore. “Fuori! Fuori di qui! Non voglio più vedere la tua faccia, traditore, bastardo.” Curro rimarrà lì inginocchiato, sotto shock, con il cuore spezzato dal rifiuto della madre, mentre Alonso cercherà di contenere la cognata, che ora camminerà avanti e indietro per la stanza, tirandosi i capelli per la disperazione, piangendo e borbottando parole sconnesse, mescolando nomi, date e ricordi frammentati in un torrente di dolore. “Cruz… Hana… Dolores… Alonso… tradimento… colpo… dolore…” ripeterà come un disco rotto, mentre le lacrime scivoleranno incessantemente sul suo viso pallido e smunto.
Nel corridoio adiacente, nascosti dietro la porta socchiusa, Leocadia e Lorenzo osserveranno la scena straziante con un lampo di sadica soddisfazione nei loro occhi freddi. Leocadia si sporrà discretamente verso Lorenzo e sussurrerà con voce appena udibile ma piena di trionfo: “Perfetto, molto più veloce di quanto immaginassimo”. Lorenzo, con un mezzo sorriso che rivela la sua crudele compiacenza, risponderà con un tono altrettanto basso e velenoso: “Non sa più chi è né chi siamo noi. Presto penseranno che sia completamente pazza, e allora sarà solo questione di tempo prima che la riportino in cella.” Leocadia completerà la frase con quel tono freddo e calcolatore che solo lei sa usare alla perfezione: “E ce ne libereremo una volta per tutte”. Mentre all’interno della stanza Eugenia sprofonda sempre più nei labirinti oscuri dei suoi deliri, accusando coloro che più la amano e lottando contro fantasmi invisibili che solo lei può vedere, i due cospiratori si allontaneranno lentamente lungo il corridoio, con passo silenzioso e trionfante, lasciando dietro di sé l’eco di urla e lacrime e l’agghiacciante certezza che il loro perverso piano si sta compiendo oltre le loro più cupe aspettative.
Tuttavia il suo trionfo sarà di breve durata. Manuel, osservando il rapido e drastico peggioramento delle condizioni della zia, inizierà a sospettare che tutto ciò sia troppo strano perché lui possa comprenderlo.