Nel cuore di Mardin, dove il vento porta l’eco di vendette mai sopite, la storia di Miran e Reyyan raggiunge un nuovo, sconvolgente capitolo. Gli equilibri si infrangono, le maschere cadono, e i segreti tenuti nascosti per decenni vengono finalmente svelati.
Tutto ha inizio con un’apparente svolta pacifica: Azize Aslanbey, la donna che per anni ha alimentato l’odio tra le famiglie, propone improvvisamente una tregua agli Şadoğlu. Nessuno si fida veramente, ma la speranza di Reyyan è più forte della diffidenza: forse la fine della vendetta è vicina. E forse, finalmente, lei e Miran potranno amarsi alla luce del sole.
Ma la pace, si sa, a Mardin è un lusso che si paga caro.
Nasuḣ, patriarca della famiglia Şadoğlu, decide di accettare l’invito di Azize e recarsi nella piazza centrale per dare una risposta pubblica. Tutta Mardin trattiene il fiato. Azize tende la mano in segno di tregua, ma Nasuḣ, con uno sguardo carico di disprezzo, rifiuta. Davanti a tutta la città, proclama che gli Aslanbey e gli Şadoğlu saranno per sempre nemici di sangue. La folla esplode in sussurri e mormorii. Reyyan assiste alla scena con il cuore in pezzi. I suoi sogni svaniscono nel vento, ancora una volta travolti dall’odio degli adulti.
Nel frattempo, una figura silenziosa trama nell’ombra: Aslan, nipote segreto di Azize, legato da misteriose motivazioni alla famiglia Şadoğlu. Ha fotografato ogni membro della famiglia, ha finto interesse genealogico, ma ora la verità viene a galla. Azat scopre le foto e, furioso, affronta Aslan. La tensione sale, le accuse volano, ma Aslan con freddezza racconta la sua versione: è stato adottato, non sa da quale famiglia provenga, e credeva di essere legato agli Şadoğlu. Ma nessuno gli crede davvero. La verità, in questa storia, ha sempre un doppio volto.
Nel mezzo di questo caos, Miran e Reyyan vivono l’ennesima crisi. Costretti a firmare i documenti del divorzio per ingannare Azize e ottenere informazioni, i due si ritrovano ancora una volta separati dal destino. Firat, fedele amico, organizza una fuga segreta: passaporti falsi, documenti pronti, un amore da salvare. Ma il piano fallisce: gli Şadoğlu scoprono tutto e accusano Reyyan di voler abbandonare la famiglia per il suo amante. Umiliata e tradita, Reyyan nega tutto e consegna i documenti. Ma il danno è fatto. Nasuḣ le proibisce di uscire dalla sua stanza e decide di vendere il suo amato cavallo Mavi, punendola dove fa più male: nel cuore.
Mentre Reyyan soffre in silenzio, Sultan fa una scoperta sconvolgente. Dentro la bambola di Gul trova una lettera di Dilşah, la madre defunta di Miran. In quelle parole, la verità: Miran è il figlio di Hazar, non del nemico. L’intero castello di bugie costruito da Azize inizia a sgretolarsi. Sultan ora sa tutto. E la verità non potrà più essere nascosta.
Nel frattempo, Miran cerca ancora una volta di spiegare a Hazar le sue ragioni. Tenta di raccontargli che ha sparato ad Azat solo per salvarlo, che era minacciato, che Azize aveva puntato una pistola contro di lui. Ma Hazar, accecato dalla rabbia e dal dolore, non lo ascolta. Gli punta contro una pistola e spara… ma solo al muro. Il messaggio è chiaro: la prossima volta non mancherà.
Anche Mahfuz, il padre biologico di Reyyan, osserva tutto da lontano. Sa di dover intervenire, ma teme di perdere la fiducia della figlia. Eppure, è certo: solo raccontando la verità potrà riconquistarla.
Mentre le famiglie si dilaniano, Reyyan e Miran cercano rifugio nel loro amore. Si incontrano in segreto, condividono sogni, paure, desideri. Reyyan spera che la pace porti salvezza, ma Miran sa che finché la verità non sarà rivelata, nulla cambierà.
Il giorno dopo, nella piazza, la scena finale: Azize offre la pace, Nasuḣ rifiuta. La guerra continua.
Ma Aslan è lì, nascosto tra la folla. Ha osservato tutto. Il suo piano non è finito. E se la vendetta di Azize sta giungendo al termine, quella di Aslan sta appena cominciando.