Nel silenzio funebre che avvolge la città di Mardin, un urlo rompe la quiete: “Perdonami, mio adorato nipote”. Le parole di Azize Aslanbey, una nonna dilaniata dal dolore, risuonano come una condanna eterna. Il corpo di Aslan, il nipote che ha amato e, involontariamente, tradito, giace senza vita. Davanti a lei c’è Fusun, la donna che ritiene responsabile di tutto.

Azize, col volto segnato dalla sofferenza, esplode in lacrime e rabbia:

“Io volevo proteggerti, Aslan… ma non ci sono riuscita. Perdóname…”

La sua voce si spezza. Poi, con uno sguardo tagliente, si rivolge a Fusun, la cui presenza è una ferita aperta:

“Tú no sabes lo que significa la vergüenza. ¡Eres una asesina!”

Secondo Azize, Fusun ha causato la morte del suo amato nipote e la sua colpa non potrà essere lavata con le lacrime. Le parole diventano lame:

“Tu e tuo nipote siete gli assassini della mia discendenza.”

Nel suo dolore devastante, Azize promette vendetta. La partenza dalla villa non è un segno di resa, ma un atto strategico, l’inizio di una nuova fase. Davanti a tutti, afferma che offrirà solo tre giorni di lutto in nome del suo nipote… e poi, sarà guerra.

“Il lutto dura tre giorni. Dopo… non ci sarà pietà. Dopo… ci sarà la guerra.”

Un Pianto e un Grido al Cielo

Ma non è solo la sete di vendetta a travolgere Azize. È anche il senso di vuoto. Quando si allontana dal cimitero, la vediamo spezzata, quasi implorando al cielo di darle la forza. Poi, due giorni. Fusun avrà solo due giorni per vivere, sibila Azize tra i denti, marchiando con queste parole un conto alla rovescia inesorabile.

Una Madre Spezzata: “Non Posso Lasciare Mio Figlio”

Dall’altra parte del dramma, una voce femminile grida disperata:

“Non posso andare via! Non posso lasciare mio figlio solo!”

La scena si fa struggente. Una madre, forse Fusun stessa, implora con tutta la forza del suo cuore, chiedendo pietà, chiedendo di essere lasciata libera dal peso che la opprime. Il dolore materno si scontra con il gelo della vendetta. Nessuno sembra ascoltarla. Nessuno la consola.

“Per favore, per amor di Dio… lasciatemi andare.”

Le sue urla si perdono nel vento, come le preghiere non esaudite.

Condoglianze Oltre l’Odio: Un Dialogo Teso

Nel mezzo del lutto, Fusun riceve la visita di Cihan Shadoglu. L’uomo, con parole educate ma cariche di tensione, porge le sue condoglianze:

“Signora Fusun, le mie condoglianze. Che riposi in pace.”

La frase, apparentemente sincera, cela un conflitto latente. Cihan rivela che ora le loro famiglie sono unite, senza saperlo, attraverso il matrimonio tra sua figlia e il figlio di Fusun. Una beffa del destino. Ma poi precisa:

“Io sono Cihan Shadoglu, ma non mi allontano dalla mia famiglia.”

Cihan sottolinea che la morte di Aslan non è l’unico dolore: anche suo figlio è quasi morto due volte. Quindi, è giunto il momento di mettere le carte in tavola. “Ora sapremo dove andremo,” dice, lasciando intendere che una resa dei conti è imminente.

Fusun, con sguardo tagliente, risponde che non considera i Sadoglu suoi nemici. C’è solo un’unica vera nemica: Azize.

“La nostra nemica è una sola: Azize Aslanbey.”

E poi, la dichiarazione finale, l’avvertimento che fa tremare il suolo sotto i piedi:

“Il lutto dura tre giorni. Dopo… verrà la guerra.”

La Guerra Sta per Iniziare

Le parole di Fusun non sono vane. Sono una promessa, una minaccia, un giuramento. I tre giorni di dolore sono solo un’illusione. Al termine del terzo, il palazzo si trasformerà in un campo di battaglia.

Azize, accecata dalla rabbia e dal dolore, ha perso l’unico nipote che le restava. Reyan e Miran l’hanno tradita. Il suo odio ora è totale. Fusun, dall’altra parte, ha perso un figlio, e con lui la sua umanità. Il lutto non ha placato il suo rancore: lo ha alimentato.

I Nuovi Schieramenti

Intanto, le famiglie si riorganizzano. Dopo la morte di Aslan, i Sadoglu e gli Aslanbey non possono più tornare indietro. Ci sono nuove alleanze che si formano, tradimenti che si preparano nell’ombra, e un segreto che nessuno ha ancora avuto il coraggio di rivelare.

Fusun, sebbene spezzata, si rialza con uno sguardo gelido. Ha un piano. E Azize, che per anni ha dominato la scena con astuzia e crudeltà, ora dovrà difendersi.

Il tempo della pace è finito. Il dolore ha lasciato spazio alla vendetta. Il prossimo scontro sarà il più feroce.

Conclusione

In questo episodio, Hercai – Amore e Vendetta si avvicina a un punto di rottura definitivo. Azize piange suo nipote, ma giura vendetta contro Fusun. Quest’ultima, a sua volta, dichiara guerra alla donna che considera la causa di ogni male. Le condoglianze si trasformano in dichiarazioni di battaglia. Il lutto si trasforma in rabbia. E le famiglie… si preparano alla tempesta.