Per anni, Bahar ha vissuto con una ferita che non si è mai rimarginata: la perdita di Sarp, l’amore della sua vita, il padre dei suoi figli, strappato via da un destino crudele. Lo ha pianto in silenzio, ha imparato a sopravvivere stringendo i denti, affrontando una tempesta dopo l’altra. Ma niente, neppure la sua forza d’acciaio, poteva prepararla al momento che sta per vivere.
Il destino sceglie una sera fredda, sotto un cielo cupo, per restituirle ciò che le era stato tolto. Bahar sta tornando a casa, con il cuore pesante e la mente piena di pensieri, quando una voce — profonda, familiare, quasi dimenticata — la ferma sul posto. Si volta. E il mondo si ferma.
Davanti a lei, in carne e ossa, c’è Sarp. Vivo.
Non è un sogno né un miraggio: i suoi occhi sono identici a quelli che l’hanno guardata mille volte con amore, ma ora portano il peso di anni di silenzi, bugie e segreti. Bahar sente le gambe cedere. L’emozione è un pugno allo stomaco: gioia e rabbia si fondono in un’unica scarica che le mozza il fiato.
“Come hai potuto?” sono le prime parole che riesce a pronunciare, un sussurro carico di lacrime trattenute. Sarp fa un passo avanti, ma non osa toccarla. Sa che la sua presenza è un dono avvelenato: per sopravvivere, ha dovuto fingere di essere morto, inghiottendo la colpa di ogni giorno in cui l’ha lasciata sola.
Il dialogo tra loro è un duello silenzioso. Bahar lo guarda come si guarda un fantasma tornato per sistemare i conti. Ogni risposta di Sarp porta con sé un’altra domanda, ogni spiegazione svela un’ombra più grande. Perché non è tornato prima? Chi o cosa lo ha tenuto lontano?
La verità, quando arriva, è più dolorosa di qualsiasi sospetto: dietro la sua scomparsa c’è una rete di inganni, minacce e persone pronte a colpire Bahar e i bambini pur di mettere a tacere Sarp. Il suo “ritorno” non è un atto di coraggio, ma l’inizio di una guerra che non è ancora finita.
E mentre Bahar lotta per capire se fidarsi di nuovo, un’ombra li osserva da lontano. Un nemico che conosce le loro debolezze e che non intende lasciare che questo ricongiungimento duri a lungo.
Perché se Sarp è vivo… allora qualcuno, molto presto, dovrà morire.