Nel successivo esplosivo episodio di The Promise, la trama prende una piega tanto inaspettata quanto devastante. L’arrivo del temuto Duca di Carvajal y Cifuentes non sarà solo l’ennesima visita della nobiltà: sarà l’inizio di una vendetta a lungo pianificata che finirà per distruggere le maschere, i segreti e le alleanze nascoste all’interno del palazzo Luján.

Tutto inizia con l’ingresso elegante e maestoso della carrozza ducale, simbolo di potere che scuote le fondamenta di The Promise. Alonso, quando viene a sapere del suo arrivo, impallidisce. Non solo teme che il Duca scopra che Curro, il suo figlio illegittimo, lavora come servitore, ma anche che Catalina ha avuto due gemelli fuori dal matrimonio con un contadino. Tuttavia, il marchese ignora che nessuno di questi segreti costituisce il vero obiettivo del duca.

Ciò che nessuno immagina è che il Duca è giunto con una missione personale e letale: distruggere Leocadia e Lorenzo per il male che hanno causato a sua sorella Sarita, una nobildonna la cui vita è stata rovinata dall’ambizione e dal tradimento di Leocadia. Nelle sue mani, il Duca ha prove, nomi, date e documenti che potrebbero assicurare alla giustizia i responsabili del declino morale della Promessa.

Nel frattempo, Alonso cerca di impedire il disastro, costringendo Curro a vestirsi da nobile e a nascondere il suo ruolo di lacchè. Chiede inoltre a Caterina di nascondere i suoi figli per non provocare l’ira del Duca. Ma Catalina, ferita nel cuore da anni di imposizioni, rifiuta. “Non nasconderò i miei figli come se fossero una vergogna”, gli dice, con gli occhi pieni di lacrime.

Nel frattempo, in biblioteca, Leocadia e Lorenzo festeggiano l’arrivo del Duca, convinti di poter manipolare la situazione a proprio vantaggio. Ciò che non sanno è che sono loro il bersaglio della punizione. Il sorriso di Leocadia si congela quando il Duca inizia a raccogliere informazioni, interrogando discretamente Petra e carpendo dettagli chiave sugli scandali della famiglia. Invia inoltre rapporti al giudice locale con prove di corruzione, appropriazione indebita e manipolazione legale orchestrata da Lorenzo e Leocadia.

Il momento culminante è la cena di gala organizzata da Alonso in onore del Duca. Tutti i nobili sono presenti, i servi sono attenti e l’atmosfera è carica di tensione. All’improvviso il Duca si alza e chiede di parlare.

«Non sono venuto per cortesia o come emissario del re», inizia con voce grave. “Sono venuto come fratello di Sarita de Carvajal, una donna che questa casa ha condannato all’esilio, al silenzio… e alla morte.”
Lo sguardo di Leocadia si congela.
“Sei stata tu a distruggerla, a dormire con suo marito, a rubare la sua eredità e a umiliarla pubblicamente.”

Nella stanza cala il silenzio più assoluto. Il Duca rivela poi di avere le prove che Leocadia e Lorenzo hanno dirottato fondi da The Promise, manipolato il caso di Hann e sabotato la stabilità della famiglia dall’interno.

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E senza ulteriori indugi, ordina l’arresto immediato di Lorenzo, che viene portato via ammanettato tra le urla. Leocadia tenta di protestare, ma il Duca la zittisce:
“Non sono venuto per vendetta. Sono venuto per giustizia. Per Sarita. E per ogni donna che hai cercato di distruggere da allora.”

Nella stanza regna il caos. Catalina protegge i suoi figli. Curro, stupito, osserva la scena vestito da nobile, ma sentendosi più che mai un bastardo. E il duca gli si rivolge con un’ultima parola:
“Non è colpa tua, ma hai il diritto di sapere la verità. E l’obbligo di non ripeterla.”

Con Leocadia ridotta in schiavitù e Lorenzo diretto in prigione, il palazzo è avvolto da una tempesta di mormorii. La cena che avrebbe dovuto essere un simbolo di prestigio si trasforma in un’aula di tribunale, dove la verità viene infine servita fredda, implacabile e definitiva.

E tu cosa ne pensi?
Pensi che Leocadia abbia ancora delle carte nascoste?
Questo autunno potrebbe segnare un nuovo inizio per The Promise… o la sua definitiva distruzione?

Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti e non perdetevi il prossimo episodio. Perché se una cosa è chiara, è che… non è finita. Questo è solo l’inizio.