L’episodio di “Hercai – Amore e Vendetta” in onda lunedì 4 agosto si apre con una sequenza di terrore puro e una sorprendente svolta che promette di ridefinire ogni legame e ogni proposito. Un’apertura al cardiopalma che getta i personaggi in un vortice di emozioni, rivelazioni e nuove, pericolose minacce.

Un Atto d’Amore nel Cuore delle Fiamme

La scena si apre con Mahmud, ormai completamente accecato dalla sete di vendetta e fedele alla promessa fatta ad Azize, che versa benzina intorno alla fattoria. Hazar si sveglia di soprassalto e, in un disperato tentativo di fermarlo, lo implora di desistere. Ma Mahmud è irremovibile, mosso dal ricordo straziante del figlio perduto, e accende il fuoco, condannando Hazar a morire come il suo ragazzo. Le fiamme si levano alte, avvolgendo l’edificio in un inferno rosso e arancione, mentre le grida di aiuto di Hazar si perdono nel fumo acre.

Ma il destino, o forse un inconfessabile amore materno, interviene. Azize, giunta alla fattoria, trova il cancello sigillato da un lucchetto. Con una forza sovrumana, dettata dall’agonia e da un amore primordiale che affiora dalle profondità della sua anima, raccoglie una pietra e lo spezza. Non è però l’unico ostacolo: anche la porta dell’edificio in fiamme, dove Mahmud tiene prigioniero Hazar, è chiusa a chiave. Ancora una volta, Azize non esita. Solleva un’altra pietra, fa a pezzi la serratura e, con le mani nude, afferra il lucchetto rovente, strappandolo via. Il dolore è lancinante, ma i suoi pensieri sono solo per lui, il figlio che credeva perduto nel fuoco. Senza un attimo di esitazione, attraversa le fiamme, immaginando di salvare il bambino che pensava di aver perso tanti anni prima. Poco dopo, la vediamo riemergere dalla casa in fiamme, trascinando con sé un Hazar incosciente. Lo guarda, lo accarezza dolcemente con le sue mani ustionate, mentre Mahmud si avvicina. Azize gli ordina di liberare Hazar.

La Pistola della Verità e il Segreto Inconfessabile

Hazar riprende conoscenza e si volta verso Azize, chiedendole cosa voglia da lui. Mahmud tenta di afferrarlo, ma Hazar riesce a strappargli la pistola e la punta contro Azize, ripetendo la sua domanda con furia crescente. Azize, inaspettatamente, ordina a Mahmud di non interferire e di lasciarlo parlare. Proprio in quel momento, Nasuh giunge sulla scena, supplicando il figlio di non commettere un gesto irreparabile. Hazar, in preda alla rabbia e al risentimento, rivela al padre che la donna ha tentato di ucciderlo, per poi cambiare idea. La sua mente è un turbine di confusione: perché la donna che lo ha perseguitato per anni ora lo ha salvato? Perché questa improvvisa inversione di marcia? Nasuh, con uno sguardo colmo di tristezza, tenta di intervenire, ma Hazar è troppo accecato dall’ira per ascoltarlo. Si inginocchia davanti ad Azize, la pistola ancora puntata, e le chiede cosa altro voglia da lui. “Mi hai tolto la vita, la donna che amavo, il mio figlio. Cosa altro vuoi da me?”, urla, le lacrime che gli rigano il volto. Azize è in preda a un pianto disperato e non riesce a rispondere. Hazar, esasperato, punta la pistola contro se stesso, chiedendole se sia la sua vita che vuole. Azize urla disperatamente di non farlo. In un momento di cruda verità, Hazar si domanda se la vendetta avrà mai fine. Azize, con una sincerità che non le si conosceva, risponde che la vendetta è finita e giura che non porterà più sofferenza alla sua famiglia o ai suoi figli. Hazar non le crede, ma Nasuh interviene, affermando che Azize sta dicendo la verità.


Confuso, Hazar chiede quando sia finita la vendetta, se sia davvero finita ora. È convinto che Azize stia mentendo e chiede al padre se creda a quella donna. Nasuh, sul punto di rivelare a suo figlio che Azize è sua madre, viene bloccato da uno sguardo supplichevole di Azize. Hazar intuisce che gli stanno nascondendo qualcosa e, infuriato, esige di sapere la verità. “Cosa sta succedendo? Chi è questa donna?”, grida. Nasuh cerca di rassicurarlo, promettendo che hanno deciso di fare pace e che la vendetta è finita da oggi. Azize conferma l’accordo. Ma Hazar, ancora scettico, chiede che tipo di accordo abbiano fatto e si rivolge al padre, chiedendogli se si fidi di quella donna. Nasuh risponde fermamente di sì, e che Hazar dovrebbe fare lo stesso. Esasperato, Hazar getta la pistola a terra e lascia la fattoria, furente, esclamando che è troppo. Azize scoppia in lacrime, sopraffatta dal dolore della situazione. Nasuh, inizialmente intenzionato a seguire il figlio, vedendo lo stato di Azize, decide di tornare indietro per parlarle.

Il Passato Ritorna: Aise e Nazli

Azize implora Nasuh di rivelarle ogni dettaglio: chi ha salvato il loro figlio? Nasuh ricorda allora come, due settimane dopo l’incendio, sua madre Gül gli portò Hazar, dicendogli che doveva prendersi cura di suo figlio, ma che non poteva farlo da solo. Gül sosteneva che il bambino fosse troppo prematuro e avesse bisogno di una madre, ma lui non era d’accordo, avendo appena seppellito la sua amata, non poteva sposare un’altra donna. Gül però insistette che il loro figlio era vivo e che Aise non avrebbe voluto che il bambino crescesse senza genitori. Gül lo aveva rassicurato che aveva pensato a tutto: Nasuh doveva solo sposare Nazli, una giovane donna che conosceva la loro triste storia ed era disposta ad accogliere il figlio di un altro uomo come se fosse il suo. Così Gül costrinse Nasuh a fidanzarsi con Nazli e a trasferirsi a Istanbul. Quando tornarono un paio d’anni dopo, furono tutti d’accordo che Hazar era il loro figlio comune.

Azize confessa a Nasuh che sua madre le aveva detto che il loro figlio non era sopravvissuto all’incendio. Solo lei e Hanife erano riuscite a salvarsi. Giura di averlo atteso per mesi, sperando che si presentasse per piangere insieme la perdita del loro figlio, ma lui non si mostrò mai. Azize fa promettere a Nasuh che Hazar non scoprirà mai che lei è sua madre, perché prima di rivelargli questa verità, giura di ridargli tutto ciò che gli ha tolto, sperando che un giorno la perdoni e la chiami madre. Spiega che a causa del dolore per la perdita del figlio, è diventata Azize e forse, grazie al suo amore, potrà tornare ad essere Aise. Nasuh dubita che Azize possa risolvere la situazione, ma lei giura che sistemerà le cose. Nasuh allora promette di mantenere il segreto.

Miran: L’Abbraccio del Padre e il Dono di Dilşah


Miran, intanto, si trova su un sentiero altrettanto arduo, quello della scoperta e dell’accettazione. Giunge su una strada e nota due auto ferme al centro della carreggiata. Scende per capire la situazione. Hazar si avvicina e Miran corre verso colui che ora sente come suo padre, chiedendogli cosa sia successo. Hazar risponde con amarezza: “Cosa ti importa? Che differenza fa sapere cosa mi succede? Chi sono io per te? Qual è il nostro legame? Non sono neanche il padre della donna che ami, giusto? Perché ti preoccupi per me adesso? Per quale ragione?”. Hazar chiede a Miran di non chiamarlo per nome, perché non è solo Hazar. Ma il suo padre, anche se ha imparato ad essere genitore non grazie a suo figlio, non ha colpe. Dopotutto, gli è stato portato via. Anche la sua amata gli è stata portata via. Riconosce il suo errore nel non aver affrontato Dilşah, ma il dolore che prova non è ancora scomparso. Dice a Miran che può reclamare sia il suo corpo che la sua anima, dal momento che Azize ha appena tentato di ucciderlo per poi salvarlo dal fuoco, dichiarando che la vendetta è finita. Lottando per mantenere l’equilibrio, Hazar sale in macchina e si allontana. Miran, asciugandosi le lacrime, contatta Reyyan per informarla di aver appena visto suo padre e che sta bene. Aggiunge che arriverà più tardi, ma prima deve andare in ospedale con Fırat per porgere le sue condoglianze.

Nel frattempo, Azize torna a casa e dice a Esma che Dio ha finalmente risposto alle sue preghiere. In quel momento, Miran arriva e nota gravi ustioni sulle mani della nonna. Le chiede perché la vendetta sia finita. Perché ha tentato di uccidere Hazar e poi lo ha salvato? Cosa significa tutto ciò? Azize lo rassicura che la vendetta è finita. Tuttavia, Miran non riesce a credere che dopo 30 anni di giochi, inganni e macchinazioni, Azize abbia improvvisamente abbandonato il suo desiderio di vendetta. Azize spiega che Aslan è morto e lei non desidera ulteriori perdite. Miran, tuttavia, è certo che la signora Aslanbey non smetterà mai di cercare vendetta. Dice di essere convinto che continuerà, ma in silenzio. Azize sostiene di non avere più un nipote in grado di continuare la sua stirpe, quindi non ha motivo di cercare ulteriore vendetta. Promette di non fare più del male alla famiglia Şadoğlu. Miran è convinto che la sua decisione di fermarsi derivi dalla perdita del potere che un tempo deteneva. Azize cerca di dimostrare di essere veramente cambiata, quindi chiede a Esma di portarle le cose di Dilşah. Esma arriva con un pacco di oggetti. Azize dice di aver sentito che presto avrà un figlio e che queste cose potrebbero essergli utili. Dice che Dilşah le ha cucite con le sue mani ed è stata lei a toccarle per l’ultima volta. Azize chiede a Miran se sarà mai in grado di perdonarla. In risposta, Miran chiede se Azize possa restituirgli sua madre. Non ricevendo risposta, la avverte di stare lontano da lui e dalla sua famiglia.

Quando Miran se ne va, Esma chiede ad Azize se abbia davvero deciso di abbandonare la sua vendetta. Con le lacrime agli occhi, Azize risponde che Hazar è suo figlio. Suo figlio non è morto nell’incendio, ma è vivo. Hazar è suo figlio e Miran è suo nipote.

Più tardi, Miran confida a Reyyan di aver visitato Azize, la quale gli ha detto che la vendetta è finita. Menziona che Azize gli ha dato gli oggetti di sua madre. Reyyan si chiede perché. Miran non ha aperto la scatola, temendo sia un’altra menzogna di Azize. Reyyan lo rassicura che non è solo; ora possono affrontare tutto insieme.

Quella sera, anche Hazar torna a casa. Zeliha gli chiede cosa sia successo. In quel momento, Ali contatta Hazar e gli comunica che la loro villa con il giardino di melograni è stata distrutta. Hazar informa la sua famiglia che la loro villa è stata rasa al suolo. Yaren è convinta che sia un inganno orchestrato da Azize. Hazar promette a tutti di scoprire il responsabile della demolizione della loro casa. Jihan ammette di essere stato lui a ordinare la distruzione della villa. Hazar guarda il fratello sorpreso e gli chiede perché lo abbia fatto. Jihan gli si avvicina e gli fa notare che la casa apparteneva a suo figlio Azat, ma suo padre l’ha presa senza offrire nulla in cambio. Jihan afferma di aver agito per proteggere suo figlio, e poiché la casa gli è stata tolta, nessuno potrà viverci, specialmente Miran. Hazar fissa Jihan negli occhi. Afferma che questo non è un atto di protezione, ma di invidia. Hazar ricorda a Jihan che è lo zio di Miran. Jihan fa notare al fratello che Miran non lo chiama nemmeno padre, quindi perché dovrebbe considerarlo suo zio? Sostiene che Hazar è sempre stato il preferito del padre e che ora, invece di Azat, sarà Miran a ricevere la sua preferenza. Jihan promette di non permettere che ciò accada. Un Hazar sconvolto risponde che è stanco. Stanco del suo odio incessante, della sua invidia, dei suoi attacchi e della sua mancanza di rispetto. Hazar grida che Miran è suo figlio e che lui e Azat sono suoi pari, ma Jihan si rifiuta di riconoscergli il suo diritto alla paternità. Hazar dice a Jihan che non ha più un fratello.


Una Lettera dal Passato e un Padre Redento

Alla capanna, quando Reyyan si addormenta, Miran apre la scatola di sua madre. All’interno, trova vestiti per bambini lavorati a maglia da Dilşah, insieme a una busta contenente una foto e una lettera. Il messaggio recita: “In questo momento, la mia vita è finita. È avvolta nell’ombra, ma tu, figlio mio, il mio sole sorgerà presto. Non vedo l’ora del nostro incontro e mi manchi così tanto. Tuo Padre ti amerà più di ogni altra cosa. Sarai come lui in tutto e spero che lo amerai come io amo lui. Anche se non ci incontreremo presto, pregherò perché non ci separiamo mai. Vieni presto, figlio mio, e rendi questo mondo più luminoso. Con amore, Mamma.”

Nel frattempo, Nasuh arriva al cimitero e distrugge la lapide di sua madre con un martello, accusandola di avergli rubato la sua amata e di avergli portato via il nipote, privandolo della vita stessa. Piangendo sulla tomba, chiede alla madre perché gli abbia inflitto tanto dolore. In quel momento Sultana riceve gli effetti personali di suo figlio. Gönül corre fuori dall’obitorio con le lacrime agli occhi e, vedendo Azat, gli corre incontro per abbracciarlo. Intanto, Miran guarda in lacrime la lettera di sua madre e bacia la sua foto, esprimendo quanto gli manchi. Poco dopo, Miran guida per le strade di Midyat, pensando a Hazar mentre guida. Si rende conto che Hazar vuole essere chiamato papà e capisce di avere lo stesso bisogno. Vuole rivolgersi a lui con quel termine, cercando di colmare il vuoto lasciato dalla perdita di sua madre. Tuttavia, Miran non è sicuro di come procedere.

Una Gravidanza e un Kebab in Mezzo alla Notte

Quella sera, durante la notte, Miran si sveglia e scopre che sua moglie non è accanto a lui. Alzatosi dal letto, trova Reyyan che si sta godendo una spalmabile al buio. Reyyan spiega di essersi svegliata perché aveva una voglia di cose strane. Miran capisce che è legato alla gravidanza e decide di andare al supermercato a comprare cioccolato. Reyyan gli dice che non vuole più dolci, ma ammette che le piacerebbe un kebab di fegato. Miran contatta Fırat e gli chiede di portarglielo. Poco dopo, Fırat arriva pronto ad aiutarlo, preparando un kebab di fegato su un fuoco che hanno acceso fuori dalla capanna. Fırat dice a Reyyan che ha una sorpresa per lei nel bagagliaio della macchina: ha comprato tutti i cioccolatini di Midyat disponibili.


Nel frattempo, Azize è nella sua stanza, pregando per la salute di coloro a cui ha desiderato fare del male. Chiede di poter vivere abbastanza a lungo per ottenere il perdono di tutti. Il suo intento è di restituire ad Hazar e Miran ciò che ha tolto, nella speranza che questo li faccia perdonare. Sulla tomba di sua madre, un furioso Nasuh dichiara di non poterla mai perdonare e spera che la sua anima non trovi mai pace.

Il Peso del Passato: Esma e la Rivelazione di Fırat

Il giorno dopo, Reyyan scoppia in lacrime durante la colazione. Miran pensa sia colpa degli ormoni. Reyyan, tuttavia, chiarisce che sta piangendo per paura. Aslan è morto e Azize ha abbandonato il suo desiderio di vendetta, ma si domanda quanto siano sincere le sue parole. Avvicinandosi a Reyyan, Miran confessa di non sapere se Azize stia davvero mantenendo la sua parola o stia tramando di nuovo. Miran dice che in quel momento ciò che accade ad Azize non lo preoccupa. Le promette che per lui è finita, non vuole più avere a che fare con sua nonna. Miran è certo che Azize rimarrà sola, come in passato era solito prosperare della sua presenza, ma ora non mostra più interesse. Decidono quindi di lasciarsi alle spalle la paura e di andare a trovare Gönül.

Nel frattempo, Esma cerca di contattare suo figlio, ma lui non risponde. Fa notare ad Azize che non dovrebbero esserci più segreti e la esorta a dirgli la verità. La donna le dice che oggi rivelerà tutti i segreti che ha nascosto per anni e ripristinerà tutto ciò che ha distrutto. Azize assicura a Esma che deve fare lo stesso. Esma è preoccupata che dopo aver ascoltato la sua storia Fırat smetta di volerle bene. Azize le ricorda che Esma non ha colpa, poiché è la più innocente tra le persone coinvolte in quegli eventi. Un ricordo del passato affiora nella mente di Esma. Nihat, il defunto marito di Azize, visibilmente ubriaco, esce dalla stanza di Esma infilandosi la camicia nei pantaloni. In lacrime, Esma lo segue indossando solo una sottoveste, stringendo un coltello. La ragazza, urlando “Muori”, si scaglia su di lui, ma Nihat riesce a farle cadere il coltello di mano. La minaccia di Nihat a Esma è chiara: se dirà la verità a chiunque, sarà lui ad ucciderla. Offesa, Esma lo spinge e Nihat cade oltre la ringhiera, perdendo la vita. Azize, sentendo le urla mentre esce dal bagno, capisce immediatamente cosa è successo e ordina a Esma di rimanere in silenzio e di non rivelare l’accaduto. Azize dice a Esma che se non avesse ucciso Nihat allora, lo avrebbe fatto lei stessa. Le chiede poi di confessare tutto a Fırat e rivelare chi sia suo padre. Tuttavia, Esma teme che Fırat non capisca e perdoni. Decide quindi che è meglio allontanarsi piuttosto che gettare un’ombra sull’onore di suo figlio. Azize, tuttavia, insiste che Fırat deve sapere la verità e sapere che anche lui è un Aslanbey.

Fusun e la Pericolosa Vendetta per Aslan


Nel frattempo, nel palazzo, Aslan Sultana attende il ritorno del corpo di suo figlio. In quel momento Fırat, Reyyan e Miran arrivano al cancello. Gönül esce e accetta le condoglianze. Tuttavia, Sultana, vedendo Miran, si scaglia su di lui, accusandolo di aver ucciso suo figlio insieme ad Azize. La sua rabbia si rivolge poi verso Reyyan, accusandola di aver rubato l’anima di suo figlio. Sultana dice di non poterla perdonare per la morte di Aslan. Miran lascia che sua moglie salga in macchina, mentre Sultana, in preda alla disperazione, maledice Reyyan e Miran. Gönül e Asiye cercano di calmarla. Sultana giura di vendicarsi per la morte di suo figlio. Fusun si avvicina a Sultana e le promette che tutti pagheranno per Aslan. Azize ha atteso a lungo la sua vendetta, ma Sultana deve aspettare solo 9 mesi. Fusun rassicura Sultana che si occuperà lei della vendetta per suo figlio contro il figlio di Reyyan. Nel frattempo, tutto ciò che può fare è attendere la nascita.

Poco dopo al cimitero, Azize chiede perdono ad Aslan per non essere riuscita a proteggerlo. Fusun la rimprovera per non avere vergogna e per non essere stata presente. Azize è convinta che Fusun sia la colpevole della morte di Aslan. Le dice che cacciandola dalla villa non ha ottenuto la vittoria che sperava e che dovrà comunque rispondere delle sue azioni. Fusun risponde che Azize è l’autrice della morte di Aslan e dell’intero clan Aslanbey. Promette che Azize subirà le conseguenze al punto da non riuscire a respirare. Azize a sua volta promette di lasciare Fusun in pace per qualche giorno, mentre finge di piangere suo nipote.

Jihan si reca anch’egli al cimitero per dare il suo ultimo addio ad Aslan. Quando la cerimonia finisce e tutti se ne vanno, Jihan si avvicina a Fusun per porgerle le sue condoglianze. Le spiega che non sono suoi nemici e le ricorda che i loro figli sono sposati, diventando così involontari mediatori di pace. Fusun capisce che Jihan è venuto a cercarla pacificamente e si chiede se stia parlando a nome suo o della sua famiglia. Jihan assicura che rappresenta gli interessi della sua famiglia. Fusun accetta quindi l’amicizia di Jihan, confermando che la sua famiglia non le è affatto ostile. Tuttavia, riconoscono di avere un nemico comune: Azize. Avranno due giorni di lutto e poi ci sarà la guerra.

La Casa sull’Albero e l’Accettazione di un Padre (Finalmente!)

Nel frattempo, Miran e Reyyan arrivano a una capanna in periferia dove Hazar li sta già aspettando. Gül scende velocemente dall’auto di Hazar e si getta al collo di Miran. La bambina dice che suo padre le ha rivelato che è, a quanto pare, il suo fratello maggiore. Miran guarda Gül con emozione e confessa di aver sempre sognato di avere una sorella come lei. Hazar consegna a Miran la culla con la sua bambina, dichiarando di fidarsi di lui per prendersi cura delle sue sorelle. Miran si sente confuso da questo compito. Hazar promette di tornare a prendere le bambine tra un paio d’ore. Miran si gode il ruolo di babysitter delle sue sorelline, mentre Reyyan va a prendere della legna da ardere. Miran invita Gül a giocare. Tuttavia, la bambina preferisce ricordare giochi che non richiedono molto movimento. Gül tira fuori il telefono e li invita a scattare alcune foto. Miran, Bahar e Gül si godono il momento, immortalando istanti insieme, e Reyyan si unisce a loro per diversi scatti.


Nel frattempo, Nasuh arriva alla fattoria dove Azize lo sta aspettando e le chiede cosa voglia sistemare e come. Le ricorda che lei è cambiata, non è più l’Aise che conosceva, ma è diventata Azize. La donna grida che non vuole rimanere Azize, ma che vuole tornare ad essere Aise. Vuole sistemare le cose e reclamare il suo nome. Nasuh non capisce perché Aise abbia deciso di cambiare nome, perché non lo abbia cercato e non gli abbia mai urlato contro. Aise spiega che pensava che il loro figlio fosse morto. Nasuh rimprovera la sua amata per il fatto che la sua passione abbia ucciso anche lui. Ha desiderato la morte molte volte e si è puntato una pistola alla testa più di una volta, ma ha scelto di essere padre per il loro figlio. Azize afferma di non sapere. Tuttavia, Nasuh la pensa diversamente. Non voleva sapere. Dopotutto, lei sapeva benissimo quanto la amasse. Sapeva che non l’avrebbe mai abbandonata e che non avrebbe mai sposato un’altra donna. Nasuh rimprovera Azize per aver creduto alle bugie di sua madre. Azize, singhiozzando, assicura che è stata consumata da quella fiamma ed è ancora stretta dal suo calore. Poi promette che sistemerà tutto. Nasuh chiede che Azize li lasci in pace, poiché nulla può essere sistemato. Azize assicura che sarà in grado di farlo e sussurra qualcosa all’orecchio di Nasuh, che rimane scioccato. Il volto di Nasuh si indurisce sentendo certe parole. Azize gli dice che è per questo che lo ha chiamato e giura che andrà tutto bene.

Intanto, Gül si addormenta ascoltando la storia raccontata da Miran. Reyyan suggerisce di spostare i bambini dall’altra parte del letto, ma Miran è contrario e alla fine si addormenta accanto alle sue sorelle.

Minacce Nascoste e Verità Scomode

Nel frattempo, Mahfuz chiama Hazar per organizzare un incontro nella sala da tè. Harun consegna a Fusun una lettera indirizzata ad Hanife e le chiede di leggerla. Tuttavia, Fusun risponde che sa già cosa c’è scritto. Harun capisce che sua madre deve aver scoperto della lettera da Aslan, che le ha raccontato tutto. Fusun specifica, però, che Aslan non le ha rivelato tutto, omettendo informazioni sul suo matrimonio. Sostiene di non aver dimenticato nulla, ma di rimanere in silenzio solo perché è in lutto. Fusun proibisce ad Harun di tornare alla villa degli Şadoğlu, ma mentre sta per andarsene gli chiede di vegliare sulla casa in sua assenza. Gönül, sentendo gli ordini della zia, la rimprovera per aver portato suo figlio a casa loro prima che l’anima di suo fratello avesse il tempo di trovare pace. Fusun chiarisce che non tutti sanno esprimere il proprio dolore. Il suo dolore è dentro di lei, ma ha bisogno di risolvere problemi che Gönül non può affrontare. Ecco perché vuole che Harun rimanga con loro mentre lei è via, dal momento che condividono lo stesso sangue. Gönül risponde che è casa sua e non ha bisogno di Harun. Può tornare da sua moglie, sarebbe meglio se vivesse in un hotel. Gönül avverte Harun che non porterà mai sua moglie in quella casa e dice a Fusun che non c’è nessuno qui ad aspettarla. Fusun la schernisce, dicendo: “Questa villa appartiene agli Aslanbey Bakırcıoğlu. Qui tu non conti nulla.”

Nel frattempo, Mahfuz racconta a Hazar della sua decisione di consegnarsi alla polizia. Capisce che Aslan non è morto per il proiettile, ma per le ferite subite nell’incidente. Tuttavia, teme che la famiglia Aslanbey possa vendicarsi su Reyyan e suo figlio. Mahfuz chiede a Hazar, quando Reyyan darà alla luce il bambino, di fargli un regalo a suo nome, ma come se venisse da qualcun altro.


La Rottura con Jihan e la Redenzione di Hazar

Nel frattempo, Azat chiede a suo padre perché abbia distrutto la villa del melograno. Jihan risponde che lo ha fatto per il bene di suo figlio, affinché non subisca più umiliazioni e oppressioni, come accaduto in passato. Inoltre, Jihan gli chiede di non interferire. Azat, tuttavia, non capisce come possa rimanere in silenzio quando suo padre litiga con suo zio. Jihan gli ricorda che lui è suo padre, non Hazar. Proprio allora, Nasuh entra nella stanza e chiede se Azat fosse presente al funerale di Aslan. Jihan ammette di aver partecipato. Nasuh lo colpisce in faccia e gli chiede chi pensi di essere, presentandosi come parte della famiglia Şadoğlu e disonorando il loro nome. Poi gli fa notare che Aslan voleva uccidere suo fratello e i suoi nipoti. Jihan, cercando di giustificarsi, afferma di essere andato al funerale per il bene della famiglia, per evitare conflitti tra loro. Nasuh ribatte che è lui il capo in quella casa e che spetta a lui decidere con chi litigare e con chi no. Aggiunge che Jihan deve seppellire prima lui e poi suo fratello, dopodiché potrà fare come vuole. Furioso, Jihan ribalta il tavolo e ricorda a Nasuh che Fusun è in lutto e che Aslan è il cugino di suo genero. Non riesce a capire l’atto malvagio di andare al funerale. Nasuh risponde che Jihan non ha il diritto di prendere decisioni per la loro famiglia. Jihan, indignato, chiede cosa abbia fatto di così terribile. Sostiene che se avesse abbandonato una donna incinta, sarebbe stato considerato un uomo di valore. Accusa suo padre. Dice di aver alienato i suoi figli e non capisce perché Nasuh sia così duro con lui mentre mostra favore a suo fratello. Jihan assicura a Nasuh che andrà dove sarà necessario e dirà ciò che ritiene giusto per la sua famiglia. Rivela anche di essere stato lui a distruggere la villa del melograno. Jihan afferma di essere pronto a sacrificare la sua vita per suo padre, ma non accetterà nessuno, nemmeno lui, che umili la sua famiglia.

Hazar arriva alla capanna. Reyyan esce e lo invita ad entrare, ma lui rifiuta. La ragazza capisce che la situazione è molto difficile per suo padre, ma le cose non sono facili nemmeno per Miran. Reyyan dice a Hazar che Miran, mentre giocava con le sue sorelle, era raggiante di felicità. È convinta che Miran non abbia dimenticato la sua gentilezza e che sicuramente lo accoglierà. Reyyan supplica suo padre di non lasciare andare Miran, sottolineando che solo i genitori sono disposti a fare qualsiasi sacrificio per i loro figli. Hazar risponde a Reyyan che devono avere una conversazione. Intanto, Gül dice a Miran che quando nascerà il bambino, non ci sarà posto per loro dove giocare. Miran ammette che Gül ha ragione e che devono trovare una soluzione per espandere lo spazio. Gül fa notare che suo padre è molto abile a costruire. In un solo giorno, le ha costruito una casa sull’albero. Gül promette che suo padre aiuterà anche in questo. In quel momento, Miran guarda fuori dalla finestra e nota Hazar che consegna una scatola a Reyyan, ma lei la butta via. Reyyan poi entra nella capanna e dice alle sue sorelle di prepararsi. Miran percepisce il nervosismo di sua moglie, ma decide di non fare domande per ora. Poi carica le sue sorelle nell’auto di Hazar. Gül chiede a suo padre di aiutare Miran a costruire la casa, e Hazar promette di aiutare. Hazar si avvicina a Miran e gli chiede di dare la scatola a Reyyan, dicendogli che sa cosa c’è dentro.

Miran entra nella capanna e posa la scatola davanti a Reyyan. Lei reagisce dicendo che non vuole vederla e la butta fuori dalla porta. Miran le chiede di spiegare cosa sia successo. Reyyan confessa che Mahfuz non è venuto a Midyat per Aslan, ma per lei, rivelando di essere il suo vero padre. Miran rassicura Reyyan che non dovrebbe fare nulla per cui non è pronta. Reyyan, tuttavia, non può perdonare Mahfuz per aver voluto che lei non nascesse mai. Lo ritiene responsabile del suo abbandono e della sua sofferenza. Miran le ricorda che Mahfuz si rammarica di ciò che ha fatto ed è per questo che è tornato a Midyat. Aggiunge che Reyyan ha persino ringraziato Mahfuz di recente per aver salvato le loro vite. Tuttavia, Reyyan nega di poter perdonare l’uomo che ha lasciato sua madre incinta e che è riapparso dopo tanti anni. È decisa a non chiamarlo mai padre.

Miran decide di aprire la scatola di fronte a lei. All’interno, trova un ciondolo e una nota che recita: “La cosa migliore che puoi fare per te stesso è crescere un figlio. Che Dio non ti separi da loro, che i tuoi figli crescano con i loro genitori.” Miran poi dice a Reyyan che se vuole vedere Mahfuz, lui la accompagnerà. Reyyan si reca alla stazione di polizia e lì incontra Mahfuz. Gli dice chiaramente che non la considera sua figlia, poiché suo padre è Hazar. Gli restituisce la scatola, dicendo che è venuta solo per consegnargli il regalo di persona. Proprio mentre Reyyan sta per andarsene, Mahfuz la supplica di rimanere anche solo per un minuto. Miran osserva la scena di lato. Anche Hazar arriva alla stazione, ma vedendo Reyyan parlare con Mahfuz, decide di non interromperli e si nasconde dietro un angolo. Mahfuz ammette di non avere il diritto di chiedere perdono, ma dice di essere profondamente dispiaciuto. Dice di essere stato giovane e stupido e che si è spaventato quando ha saputo della gravidanza di Zeliha. In seguito è andato a cercarla, ma era troppo tardi. Era già sposata. Confessa di aver osservato la vita di Reyyan da lontano e persino di averla fotografata segretamente. Quando ha saputo che si era sposata è tornato per cercare di sistemare le cose. Reyyan accusa Mahfuz di non aver mai confessato e di essere entrato nella sua vita con false pretese. Infuriata, urla che non ha bisogno di lui. Mahfuz risponde chiedendole di accettare il ciondolo per la loro figlia. L’agente di polizia interviene e dice che il tempo è scaduto. Così Mahfuz chiede a Reyyan se può abbracciarla anche solo una volta, promettendo che non la disturberà mai più. Mentre Miran osserva questo momento, non riesce a trattenere le lacrime. Vede Hazar che lo guarda preoccupato. Si avvicina a Hazar, che sembra imbarazzato, e dice che è lì per sostenere sua figlia, ma che se ne andrà presto. Miran, tuttavia, risponde: “Tu sei mio padre, Hazar, non ti lascerò mai andare.” A queste parole, Hazar getta le braccia intorno al figlio. Miran chiama Hazar papà per la prima volta. Mentre questo accade, Reyyan si avvicina a Mahfuz, e per la prima volta, abbraccia suo padre. Mahfuz la ringrazia per avergli concesso questo momento. Nel frattempo, Hazar abbraccia suo figlio incredulo per la fortuna che ha avuto. Reyyan prende la scatola da Mahfuz e promette di cucire il ciondolo sul cuscino del loro bambino. Mentre la polizia porta via Mahfuz, Reyyan si volta e vede Miran tra le braccia di Hazar.


Il Colpo di Scena Finale: Dilşah nelle Mani di Fusun

Azize arriva in una struttura e chiede all’infermiera se la paziente è pronta. “Ha preparato le sue cose?” Il medico è già con lei. La donna risponde che è tutto pronto. Azize entra nella casa sperando di risolvere la situazione, ma trova Fusun ad attenderla nella stanza. Confusa, Azize osserva e si rende conto che Dilşah è ora nelle mani di Fusun. Azize chiede a Fusun cosa voglia in cambio di Dilşah. Fusun tira fuori una pistola e la getta sul tavolo, dichiarando che vuole la sua vita.

L’episodio si chiude con un cliffhanger mozzafiato, lasciando gli spettatori con il fiato sospeso. Il perdono, la redenzione, la ricerca della verità e l’accettazione dei legami familiari si intrecciano con nuove, oscure vendette. Azize si trova davanti alla prova definitiva del suo cambiamento, mentre Miran e Hazar affrontano un nuovo capitolo della loro relazione. Ma con Dilşah in mano a Fusun, quale prezzo dovrà pagare Azize per salvare la sua nuora e, con lei, la possibilità di redenzione?

Restate sintonizzati per scoprire come si evolveranno queste intense dinamiche familiari e quali nuove sfide attendono i protagonisti di “Hercai – Amore e Vendetta”.

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