È una notte come tante a Bari Vecchia, ma per la madre di Michele, quella notte segna l’inizio di un tormento che si rinnova ogni anno: l’anniversario della morte di suo figlio. In un piccolo bar appartato, illuminato appena dalla luce fioca di una lampada, una donna affranta si ritrova seduta accanto a un estraneo. Un incontro casuale, ma carico di significato.
Michele era il più giovane dei figli De Santis, un talento musicale precoce, un’anima sensibile capace di incantare tutti con la sua chitarra. La sua musica era poesia pura, la sua presenza un dono che portava pace. Era amato da tutti, amici, insegnanti, e perfino dai vicini più burberi. Ma quel cuore puro si è spento troppo presto. E nessuno, da quel giorno, è più stato lo stesso.
Con un bicchiere stretto tra le mani tremanti, la madre confessa al suo interlocutore:
“Vorrei solo dimenticare per una notte. Solo stanotte. Domani… domani sarà l’inferno.”
Le parole si frantumano nel silenzio che cala tra i due. L’uomo non risponde subito. Osserva il dolore negli occhi di quella madre e sussurra:
“Michele… era uno di quei rari esseri che cambiano il mondo con la sola presenza. Ma non tutti lo amavano, signora. E non tutti volevano che brillasse.”
Una frase, velata di minaccia e mistero. Il nome che pronuncia dopo gela il sangue della donna: Straziota. La famiglia rivale, quella che ha segnato le vite dei De Santis con una scia di conflitti, vendette e silenzi.
Ma la madre si rifiuta di entrare nel gioco delle insinuazioni.
“Non voglio sapere. Non stanotte. Mio figlio… era buono. E non merita che il suo nome venga infangato da vendette familiari o giochi di potere.”
Eppure, è proprio quella frase che accende il dubbio. Michele è davvero morto per caso? O dietro la sua scomparsa si cela una verità ben più oscura?
Il Silenzio di un Padre Spezzato
Nel frattempo, in casa De Santis, il padre di Michele siede nel suo studio, avvolto dall’oscurità. Non parla, non piange. Non ha mai saputo elaborare il lutto. La madre lo descrive come “distante, muto, pietrificato”. Ma ciò che lei non sa è che ogni anno, in quella stessa notte, l’uomo prende in mano lo spartito che Michele stava componendo prima di morire e lo suona al pianoforte, in solitudine. Le note che emergono sono incomplete, strappate, come il destino di suo figlio.
Ha paura, il padre. Non solo del dolore, ma anche della verità. Perché anche lui ha sentito le voci. Anche lui ha pensato, per un attimo, che la morte di Michele non fosse un incidente.
Un Diario Nascosto e una Canzone Interrotta
La mattina seguente, la madre trova il coraggio di entrare nella stanza di Michele, rimasta intatta. Tra le partiture e gli spartiti ingialliti, trova un diario. Pagine fitte di pensieri, sogni… ma anche di paure. Michele raccontava di aver ricevuto minacce, di essersi accorto che qualcuno lo seguiva.
“Non so se posso fidarmi di Carlo. È geloso, a volte lo vedo guardarmi come se volesse farmi sparire. Ho paura. Ma non voglio dire niente a mamma.”
Quella frase le mozza il respiro. Carlo era uno dei suoi amici più intimi, ma anche legato ai Straziota. Impossibile. Eppure, troppe coincidenze, troppi silenzi.
Le Ombre del Passato
In un flashback, emergono scene mai raccontate: Michele che discute animatamente con qualcuno fuori da un locale. Un’auto che sgomma nella notte. La chitarra rotta sull’asfalto. La chiamata anonima alla madre che precede di pochi minuti la notizia ufficiale della morte. Tutto torna come un mosaico che si completa solo ora.
E se la sua morte fosse un avvertimento? Un modo per colpire i De Santis? O forse una vendetta travestita da tragedia?
Un Cuore che Non Dimentica
Maria, la sorella di Michele, è devastata. Lei sapeva. Sapeva che Michele si stava allontanando da certi ambienti, che non voleva più suonare per eventi organizzati dalla famiglia Straziota. Ma lo aveva promesso al padre. Aveva accettato. Forse, pensa ora, ha firmato la condanna di suo fratello.
Decide allora di riaprire le indagini, anche contro il volere del padre. Vuole la verità, anche se fa male. Anche se potrebbe spezzare per sempre l’apparente unità della loro famiglia.
La Promessa di una Madre
La puntata si chiude con la madre che, seduta al pianoforte, riprende in mano lo spartito incompleto. Con voce rotta, inizia a canticchiare la melodia scritta da Michele, colmando il silenzio con il suo amore.
“Ti prometto, figlio mio, che la tua musica non sarà dimenticata. Né la verità sarà più nascosta. Sarà mia la battaglia, e combatterò finché il tuo nome non sarà liberato dalle ombre.”
Fuori dalla finestra, il sole dell’alba sorge su Bari Vecchia. Ma il cuore dei De Santis è ancora immerso nella notte.