Con un’atmosfera sospesa tra il romanticismo malinconico degli anni ’80 e il crudo realismo delle faide familiari, Storia di una Famiglia Perbene 2 torna a incantare il pubblico di Canale 5. E lo fa non solo con una trama intensa e ricca di colpi di scena, ma anche grazie a location mozzafiato, autentiche protagoniste silenziose della fiction. Tra i vicoli di Bari vecchia, le scogliere di Polignano a Mare e le strade assolate di Monopoli, prende vita una storia dove l’amore, l’onore e il dolore si intrecciano in modo indissolubile.
Bari: il cuore pulsante della storia
Tutto inizia a Bari nel 1985, dove la città non è solo sfondo, ma parte viva della narrazione. I quartieri popolari raccontano la povertà, la solidarietà e il codice d’onore che domina le vite dei protagonisti. È qui che Maria De Santis, figlia di pescatori, cresce tra i sogni e le regole non dette imposte dalla sua famiglia. Una ragazza testarda e ribelle, che si scontra con il mondo ma non smette mai di cercare se stessa.
Il tempo è passato, Maria è cresciuta, ma le ferite del passato non si sono mai rimarginate. Il legame proibito con Michele Straziota, figlio del boss Nicola, è diventato più profondo, più maturo… e più pericoloso. Il loro amore è come un faro acceso tra le onde della vendetta e dell’odio, ma rischia di spegnersi quando le famiglie tornano a scontrarsi con violenza.
Monopoli e Polignano: l’amore e la fuga
In questa seconda stagione, molte delle scene chiave vengono girate tra Monopoli e Polignano a Mare, con le loro spiagge silenziose, i balconi fioriti e i vicoli pieni di segreti. Qui Maria e Michele cercano rifugio dal caos di Bari, tentando invano di costruire una normalità. Tra una passeggiata sul lungomare e un bacio rubato tra le barche, i due vivono attimi di felicità che sembrano venire da un’altra vita.
Ma la realtà bussa sempre alla porta. Le famiglie non dimenticano. I De Santis vedono in Michele un pericolo da eliminare, mentre gli Straziota considerano Maria una minaccia alla “purezza” della loro stirpe. La bellezza della Puglia diventa così contrasto vivo con la brutalità delle scelte a cui i protagonisti sono costretti.
Il ritorno di Giuseppe Zeno: un padre in guerra
In questa nuova stagione, Giuseppe Zeno torna nei panni di Antonio De Santis, padre rigido e tormentato. Il suo amore per Maria è reale, ma offuscato dall’onore e dal desiderio di controllare tutto. La moglie, interpretata da Simona Cavallari, è la voce della ragione, ma anche lei viene trascinata nel vortice degli eventi.
Il conflitto tra padre e figlia raggiunge un punto di non ritorno quando Antonio scopre che Maria ha ricominciato a vedere Michele. Dopo anni di lotte, l’incubo ricomincia: “Non permetterò che il nome dei De Santis venga infangato da quella famiglia,” urla, mentre Maria lo guarda con occhi pieni di lacrime e sfida.
Il segreto che cambia tutto
Nel mezzo del caos, una verità dimenticata torna a galla. Nicola Straziota, il boss, è malato e nasconde un segreto che riguarda direttamente Maria. Un vecchio debito di sangue, una promessa fatta anni prima, una vendetta incompiuta. Michele, combattuto tra la lealtà verso il padre e l’amore per Maria, inizia a dubitare delle sue stesse origini.
Le scogliere di Polignano a Mare fanno da sfondo a un confronto tra padre e figlio che cambierà tutto. “Io non sono come te,” grida Michele. “Io non voglio odiare, voglio vivere.” Ma vivere, in questa storia, ha sempre un prezzo.
La fuga e l’addio
Quando Carlo De Santis, il fratello maggiore di Maria, scopre l’ennesima fuga d’amore, la reazione è violenta. Un agguato, una rissa, un colpo sparato per sbaglio. La tragedia sfiora i protagonisti. Michele finisce in ospedale, Maria fugge da casa, lasciando solo una lettera.
“Non posso più scegliere tra voi. Io scelgo me stessa,” scrive. Il suo gesto scuote l’intero equilibrio tra le famiglie. È l’inizio di un terremoto emotivo che porterà a nuove alleanze, a tradimenti inaspettati e a scelte che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di fare.
La nonna Antonietta: la memoria e la saggezza
Tra i personaggi più amati, nonna Antonietta resta la custode della memoria e della saggezza. Con le sue frasi lapidarie e lo sguardo triste, rappresenta la generazione che ha visto tutto, ma ha potuto fare poco. È lei a dire a Maria: “Fuggire non è sempre debolezza. A volte è l’unico modo per salvarsi.” E quelle parole restano impresse nel cuore della ragazza.