Nel cuore della seconda stagione di Storia di una Famiglia Perbene, fiction di successo su Canale 5 diretta da Stefano Reali, si impone con forza e carisma un personaggio femminile tanto complesso quanto affascinante: Angelica Straziota, interpretata magistralmente da Sonia Aquino. Figura di potere, madre implacabile e moglie fedele al crimine, Angelica è la vera regina nell’ombra del clan Straziota, capace di muovere i fili della narrazione come una burattinaia silenziosa ma determinante.
Angelica è la moglie del boss Don Nicola, un contrabbandiere spietato e rispettato nei quartieri più duri di Bari. Ma a differenza di molte donne del suo ambiente, Angelica non si limita a stare un passo indietro. È lei che osserva, valuta, decide quando è il momento di intervenire. Ha vissuto un’infanzia difficile nei bassifondi di Napoli, tra miseria, umiliazione e rinunce. Da quella sofferenza ha tratto una sola certezza: per non essere mai più vittima, avrebbe dovuto diventare padrona del suo destino. Il denaro e il potere sono diventati i suoi strumenti di riscatto.
Non è un caso che Angelica appoggi senza esitazione la vita criminale del marito. Per lei, ogni scelta è calcolata, ogni rischio è giustificato se porta al dominio. La sua intelligenza fredda, il suo sguardo tagliente e la sua capacità di manipolare fanno di lei un personaggio potente, capace di suscitare odio e ammirazione allo stesso tempo.
Ma il cuore del personaggio di Angelica si rivela nel rapporto con i figli, in particolare con Michele, il minore. Lui è il figlio ribelle, il diverso, colui che non vuole portare avanti la “tradizione” familiare. Mentre i fratelli maggiori si immergono negli affari illeciti con naturalezza, Michele sogna un futuro diverso: vuole cantare, vuole amare, vuole vivere libero dal sangue e dal dolore. Per Angelica, però, quei sogni non sono altro che illusioni pericolose. Lei vede l’arte come una debolezza, un lusso che i poveri non possono permettersi. Per questo ostacola con ogni mezzo i desideri del figlio, cercando di riportarlo sulla “retta via”.
Il conflitto tra madre e figlio si fa ancora più acceso quando entra in scena Maria De Santis, giovane donna forte e indipendente, appartenente alla famiglia rivale dei De Santis. L’amore tra Michele e Maria è una miccia accesa in mezzo alla polvere da sparo. Angelica vede quella relazione come un tradimento, un’ulteriore minaccia alla stabilità della famiglia. E così, invece di cercare la comprensione, risponde con controllo, imposizione e strategia. Si intromette, manipola, mette ostacoli, pronta a tutto pur di dividere i due amanti.
La sua freddezza si mostra in tutta la sua potenza anche quando Michele finisce in carcere. L’unico della famiglia a pagare realmente per i crimini commessi. Angelica non lo difende, non si commuove. Lo guarda come si guarda un figlio che ha fallito, che ha deluso. Ma dietro quell’indifferenza apparente, si intuisce un dolore profondo, mai espresso, mai confessato.
Uno dei momenti più forti della stagione è quando Angelica tenta di ottenere l’affidamento del piccolo Nino, figlio di Maria, per distruggere definitivamente il legame con Michele. È qui che vediamo il lato più spietato del suo carattere. Usa la legge, manipola i giudici, costruisce accuse e semina menzogne, tutto con il solo scopo di annientare la nemica e “salvare” il figlio a modo suo. È una guerra fredda fatta di sguardi, documenti falsi e testimoni corrotti, in cui Angelica dimostra quanto sia disposta a sacrificare tutto pur di vincere.
Eppure, il fascino del personaggio sta anche nella sua umanità nascosta. Angelica non è un villain da romanzo. È una donna vera, forgiata dalla vita, che ha scelto la durezza per sopravvivere. Ha amato, ha perso, ha combattuto. E anche se le sue azioni sono spesso crudeli, il pubblico non riesce a odiarla completamente. Perché dietro quella corazza c’è una donna che ha conosciuto l’inferno e ha deciso di non tornarci mai più.
Sonia Aquino dona ad Angelica una profondità rara: ogni suo gesto, ogni parola è carica di significato. La sua interpretazione restituisce al personaggio tutta la complessità di una donna che ha scelto di essere forte, anche a costo di diventare sola. Non cerca il perdono, non cerca la pietà. Cerca solo di non essere mai più debole.
Nel finale di stagione, con la famiglia sull’orlo del collasso, Angelica si trova costretta a fare i conti con se stessa. Ha perso il controllo su Michele, ha distrutto il legame con Maria, e il potere che ha tanto bramato sembra ora svanire tra le sue dita. Ma anche in quel momento, Angelica non cede. Si alza, si sistema il vestito nero e guarda avanti. Sa che la guerra non è finita. E dove c’è potere da conquistare, lei sarà sempre pronta a combattere.
Storia di una Famiglia Perbene non è solo una serie sulla criminalità. È una riflessione sull’ambizione, sul dolore, sulla maternità tossica e sulla sete di rivalsa. E Angelica Straziota ne è la sintesi perfetta: una donna che brucia d’intelligenza, dolore e rabbia, e che – nel bene o nel male – resta indimenticabile.
Angelica non è solo una madre. È una stratega, una regina, una sopravvissuta. E mentre la famiglia Straziota si sgretola, lei è ancora lì. In piedi. Pronta per l’ultima mossa.