Nessuno era pronto a ciò che stava per accadere. Era un lunedì come tanti, ma bastarono pochi minuti, uno sguardo, un nome pronunciato con voce tremante… e il mondo dei protagonisti di Tradimento si sgretolò sotto i loro piedi.
Tutto comincia con Selin, seduta nella stazione di polizia, il volto segnato da lividi e lacrime, accanto ad Azra che le stringe la mano. La sua voce è rotta quando racconta ciò che è accaduto: un semplice pomeriggio si è trasformato in incubo. Tolga, suo marito, ha fatto irruzione in casa, accecato dalla rabbia, distruggendo mobili, urlando, accusandola. Non era più un uomo, ma una furia fuori controllo.
Il commissario ascolta in silenzio, mentre Azra mostra le foto della casa devastata. Selin prende fiato, e con un atto di coraggio estremo, presenta la denuncia contro il marito: Tolga Cassifoglu. Un gesto che fa tremare l’intero equilibrio della famiglia.
Nel frattempo, Guzide è nel suo ufficio. Tutto sembra normale… finché Jessim entra con il volto teso e le mostra un video. È la registrazione della confessione di Selin alla polizia, e quel video non lascia spazio a dubbi. Il nome che compare? Oylum.
Tolga torna in ufficio, nervoso, teso. Ma è solo questione di attimi: due agenti fanno irruzione e lo arrestano davanti a tutti. Accusato di violenza domestica. Il suo nome, fino a ieri rispettato, è ora sinonimo di vergogna. La sua caduta è iniziata.
Oltan, ignaro di tutto, viene avvisato e corre alla centrale. La rabbia esplode. Accusa Tolga con ferocia, e quest’ultimo, ormai stremato, confessa di aver rotto tutto… ma giura: “Non ho mai toccato Selin”. Intanto, Ipec punta il dito contro Azra, dipingendola come la vera manipolatrice dietro l’escalation mediatica. Ma è davvero così?
Alla villa, Oylum guarda il video con orrore. Non riconosce più la sua amica Selin. Guzide, con freddezza, sottolinea come certe accuse, anche se fondate, lascino cicatrici. Per lei, l’amore non giustifica la distruzione pubblica.
Nel caos generale, Mualla si mostra insolitamente calma. Ma dietro quel silenzio si nasconde una verità devastante: Beran sta morendo. E prima che accada, chiede a Karaman di prendere il suo posto, di portare l’anello, di salvare ciò che resta.
Karaman è distrutto. Mentre cerca di contenere lo scandalo mediatico, arriva un’altra tragedia: Oylum viene rapita! Due uomini armati bloccano l’auto, la strappano a Jan, che resta da solo al freddo in auto. La portano in un magazzino, la legano a una sedia, puntandole una pistola alla tempia. Le impongono di registrare un video di falsa confessione.
⏱️ Il tempo è contro di lei. Karaman, insieme a Celal, segue le tracce. Raggiunge il magazzino e si ritrova faccia a faccia con Vahit, armato e pronto a uccidere. Le urla, il battito del cuore di Karaman, le lacrime di Oylum… tutto si blocca. Karaman spara. Due colpi. Vahit cade. Morto.
Il silenzio che segue è assordante. Oylum è salva, ma devastata. Karaman le scioglie le corde, ma non c’è sollievo. C’è solo dolore.
Intanto, Beran muore. Mualla corre nella stanza, stringe la mano del figlio che non reagisce. Il cuore ha smesso di battere. La sua vita si spezza. La donna si inginocchia, piange in silenzio… la sua vendetta ora non ha più senso.
Ma il destino non ha ancora finito. Chi ha rapito Oylum? Chi ha ordinato tutto questo? Quali sono i legami nascosti tra Mualla, Fusun, e il clan dei Dicleli?
E soprattutto… Selin ha davvero detto tutta la verità?
Oppure quella cartellina al commissariato è solo l’inizio di una nuova, oscura, vendetta?